Viaggio nella città/28

Lo stadio, le università, i servizi: tutto il mondo di Mompiano

di Giulio Rezzola
Molto vivo il settore dell'associazionismo: trenta le realtà sul territorio. Punto di forza, il verde, e le fonti sono uno scrigno prezioso. Sul quotidiano in edicola lunedì 8 aprile focus su Fiumicello
Lo stadio Rigamonti, da 65 uno dei luoghi caldi di Mompiano
Lo stadio Rigamonti, da 65 uno dei luoghi caldi di Mompiano
Lo stadio Rigamonti, da 65 uno dei luoghi caldi di Mompiano
Lo stadio Rigamonti, da 65 uno dei luoghi caldi di Mompiano

Mompiano, sotto certi aspetti, si sente ancora un comune autonomo. Lo fu tra il 1815 e il 1880, uno dei cinque suburbani sorti in epoca napoleonica, anche se la composizione sociale e lavorativa vide per secoli la prevalenza assoluta del ceto contadino.

Le famiglie della nobiltà bresciana, talune ancora presenti, vi ebbero solitamente la casa dove trascorrere l’estate e dal secondo dopoguerra lo sviluppo edilizio di questa zona, caratterizzato prima da pochi edifici nel nucleo storico e da villette mono o bifamiliari nei dintorni, vide sorgere villaggi residenziali, lo stadio, la piscina, impianti sportivi, i complessi di viale Europa, l’insediamento progressivo di UniBs e poi del campus della Cattolica.

E’ un quartiere in perenne movimento, che quotidianamente deve fare i conti con i suoi circa 8.000 abitanti a cui si aggiungono studenti, professori, tecnici, personale di servizio per non parlare di quanti gravitano attorno all’ospedale, ai tifosi del Rigamonti, ai frequentatori del Club Azzurri o degli escursionisti. Sì, perché il quartiere è anche la Valle di Mompiano, la Polveriera (dove l’area delle casamatte avrebbe bisogno di essere bonificata), i sentieri verso la Maddalena e il Colle San Giuseppe, il Parco Castelli e il Parco della Croce Rossa. Insomma, un territorio che necessita di legare le varie realtà che lo vivono e su questo il Consiglio di quartiere, guidato negli ultimi cinque anni da Claudio Perlotto, non si è certo risparmiato, pur essendo subentrato al precedente in corso d’opera (dopo un paio d’anni dall’elezione).

Associazionismo top

Un territorio che paradossalmente, viene sottolineato, «dal punto di vista sociale potrebbe fare a meno di noi, visto che qui opera più di una trentina di associazioni» che vanno dall’assistenza agli anziani al sostegno ai bambini in difficoltà, dagli alpini della Nikolajewka alla proloco. A

parte gli enormi disagi che i residenti continuano a subire soprattutto il sabato quando sono in calendario le partite del Brescia (transenne, new Jersey, transito vietato, rischi di scontri tra tifosi, vandalismi, sporcizia), i grossi problemi derivano dal sovraccarico di auto parcheggiate da chi frequenta le università. Nonostante i solleciti del Cdq, molto difficoltosa è la situazione in via Garzetta, dove peraltro si può arrivare a piedi dalla metro o in bicicletta seguendo la ciclabile. E per rimanere in tema, non si dimentichi che l’enorme nuovo parcheggio dello stadio è gratuito durante la settimana. Resta, in tema di viabilità, la richiesta che su via Montini, oggi a senso unico, venga riportato il doppio senso e che nel centro storico del borgo si intervenga per ridurre la velocità dei veicoli.

La tutela ambientale

Il prezioso tesoro di questo territorio a nord di Brescia è l’acqua. La fonte di Mompiano pare fosse utilizzata già in epoca romana (lo testimoniano alcuni reperti archeologici) ma è un decennio dopo la metà del 700 D.C. che se ne fa coscienza, quando il re longobardo Desiderio la incanalò per portarla fino al monastero di San Salvatore, in cui era badessa la figlia Anselperga (colei che accolse la sorella Ermengarda quando fu ripudiata da Carlo Magno).

Storia a parte, da allora le acque di Mompiano hanno sempre dissetato popolazione e campi (il canale Celato venne utilizzato in agricoltura e per azionare le ruote idrauliche di mulini e officine e per i lavatoi del borgo). Con il tempo la fonte è però risultata insufficiente a soddisfare l’intero fabbisogno idrico della città e oggi, infatti, ne fornisce solo il 14% mentre per il resto vengono utilizzati 40 pozzi. In questo quadro, all’attuale Consiglio stanno necessariamente molto a cuore gli antichi lavatoi, rimasti impressi nella vita del quartiere.

Uno è diventato una sala pubblica ma tre sono da recuperare completamente ed uno degli impegni che la consiliatura uscente chiede a chi subentrerà è proprio che il progetto possa essere portato avanti.

Gli spazi verdi

Dove c’è acqua c’è verde e Mompiano non difetta certo di questo altro prezioso bene. Partiamo dai parchi, dove anche qui qualche attenzione viene richiesta al nuovo Consiglio soprattutto da parte di alcuni cittadini. Il Castelli è il «parco d’eccellenza» della città, luogo di grande frequentazione, di aggregazione, di eventi come la Festa delle Associazioni o il Festival della danza popolare organizzata dall’associazione «Il Salterio»: considerato l’utilizzo, avrebbe bisogno di qualche intervento all’Arena, per ammodernarla magari con camerini e quinte più funzionali.

Con le frequenti situazioni di siccità prolungata, il Parco Croce Rossa (più di quartiere, dicono, e ideato per lo jogging) necessiterebbe per esempio di un pozzo con un proprio impianto di irrigazione. L’intera area della Polveriera dovrebbe essere oggetto di un intervento mirato a farla diventare un luogo più attrattivo, di riferimento per famiglie e amanti del trekking: i vantaggi li avrebbe realizzando una pista ciclopedonale collegata alla relativamente vicina metropolitana ma si dovrebbe in parallelo contenere l’afflusso delle automobili. Infine i piccoli spazi verdi di via Volotti (giardino privato ma a disposizione del pubblico) e di viale Europa.

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