La frescura del primissimo mattino non ha intimorito certo chi stava attendendo da tempo l’appuntamento di apertura della Festa dell’Opera: ieri alle 5.30, nel chiostro del Museo Diocesano in via Gasparo da Salò erano moltissimi gli appassionati che attendevano le «Arie di luce» interpretate da voci e strumentiste tutte al femminile, in un’atmosfera quasi rarefatta nella quale i soli rumori al di fuori dei suoni del concerto erano quelli delle rondini che sfrecciavano rapidissime nel cielo ormai terso dell’alba.
Un esordio applauditissimo e che bene faceva sperare per tutta la lunga giornata che avrebbe visto arrivare sui luoghi dei vari appuntamenti un pubblico via via sempre più numeroso. Ma che spesso non sapeva che avrebbe partecipato in prima persona e più di una proposta: eventi a sorpresa che hanno lasciato piacevolmente colpito più d’un bresciano un momento di questa giornata speciale, molto partecipata in ogni angolo della città. Ad esempio in piazza Loggia, in mezzo a una vera e propria folla di possibili acquirenti che si destreggiavano fra la taglia e il colore d’un capo di abbigliamento, ecco che improvvisamente una potente voce maschile intona il trionfale ingresso del toreador Escamillo nella plaza de toros della Carmen di Bizet, e subito dopo arriva la stessa sigaraia gitana a cantare il suo rovente e pericoloso amore per il prescelto.
Dopo un primissimo momento di estrema meraviglia ecco che il pubblico improvvisato fra le bancarelle del mercato si dispone quasi automaticamente per ascoltare e alla fine applaudire: una nonna intona sottovoce la romanza di Carmen e tutti sono pieni di ammirazione per le voci che cantano senza alcun accompagnamento strumentale.
Un vero successone che si ripete poi davanti al DolceVite di piazza Paolo VI, con Melissa D’Ottavi ed Eleonora Filipponi che cantano, accompagnate alla fisarmonica da Ermes Pirlo, arie di Mozart e Puccini. A un certo momento un vero fuori programma, e agli applausi del pubblico se ne mescolano altri, più lontani: dal Duomo esce la processione in onore dei sei nuovi sacerdoti per un’incantevole commistione fra sacro e profano.
Naturalmente ai momenti come questi, molto apprezzati per la loro originalità, se ne sono accompagnati altri in cui i gusti raffinati del pubblico degli appassionati del melodramma hanno trovato grandissima soddisfazione: come il concerto dei «Ritratti d’amore» in un Salone Da Cemmo del Conservatorio ormai sold out e dove i Madrigalisti Estensi e il soprano Alice Fraccari hanno dato vita a un bellissimo programma dedicato alle arie d’opera di Francesco Cavalli. O al Teatro Grande dov’è stata data in versione scenica un’opera intera con «The Medium» di Giancarlo Menotti, un vero regalone per i nostri appassionati grazie all’Ensemble Bazzini Consort diretto da Alberto Zanardi e alle voci di Eva Corbetta e di Aloisa Aisemberg.
E poi tanto, tanto altro a partire dall’Opera Sacra in San Giorgio dove ha cantato una formazione particolarissima, quella dei Piccoli Cantori delle Colline della Brianza diretti da Flora Amma Spreafico in un percorso di brani sulla Vergine Maria, dai canti gregoriani a inni che arrivano fino ai nostri tempi. E i Pazzi per l’Opera che nel chiostro del Monastero di Contrada Santa Chiara – con Roberto Gazich, Roberto Tagliani e Piergiorgio Vittorini, dibattevano sulle donne ribelli nel mondo del melodramma prima di arrivare all’attesissimo Galà Lirico al Teatro Grande e al gran finale notturno in piazza del Foro: un successo completo. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA