LA SVOLTA

Nei giardini dello spaccio torna la calma, ma resta la paura

di Mario Pari
Delle tre persone identificate, due, un'italiana e un gambiano, sono state denunciate per resistenza a pubblico ufficiale, mentre pera terza sarà Brumotti a valutare una eventuale denuncia.
La pattuglia della polizia ai giardini di via Rizzo
La pattuglia della polizia ai giardini di via Rizzo
La pattuglia della polizia ai giardini di via Rizzo
La pattuglia della polizia ai giardini di via Rizzo

In via Rizzo tirava aria di primavera, ieri, e non era solo quella, percepibile climaticamente un po' ovunque. La primavera di via Rizzo è quel vuoto che veniva assaporato dai residenti nella zona dove «il primo arriva alle 7.30». Viene, secondo chi abita lì da decenni, a tenere il posto per gli altri che poi spacciano. Ma ieri non c'era. C'era lo spazio verde di fronte alla casa in cui vive un'anziana signora che quotidianamente, fino a ieri si ritrovava lo spaccio a una quindicina di metri dalla finestra.

Quelli appena trascorsi, del resto per i giardini di via Rizzo, una lingua di verde dove gli alberi erano diventati nascondigli per la droga, sono stati giorni che, si spera il più a lungo possibile, rimarranno nella mente dei residenti. E di chi, ai residenti rende la vita difficile, carica di ansie e preoccupazioni.

Prima il reportage di Bresciaoggi, poi, quello di «Striscia la Notizia», con l'aggressione all'inviato Vittorio Brumotti. In merito la polizia di Stato ha proceduto immediatamente ad accertamenti ed indagini. Delle tre persone identificate, due, un'italiana e un gambiano, sono state denunciate per resistenza a pubblico ufficiale, mentre pera terza sarà Brumotti a valutare una eventuale denuncia. Ieri in realtà, una presenza si notava, nel primo pomeriggio, a poca distanza dalla striscia diventata terra di nessuno e di tutti. Era quella di una pattuglia della polizia di Stato impegnata a vigilare nella zona.

Un anziano, a passeggio con il cane, si è avvicinato, si è sfogato, con molta calma. A pochi metri dai poliziotti ha raccontato di quell'albero probabilmente piantato quando sono arrivati i primi condomini, negli anni Sessanta, sotto cui si radunano anche venti persone. «Quelle - ha detto - che prima si ritrovavano di là, al parco Gallo. Poi sono arrivate le telecamere e si sono spostate qua sotto». Ha spiegato del supermercato vicino, a cui «tutto questo non fa bene». Un «giro» che non sfugge anche ai più anziani, che dopo gli anni dei nascondigli sulle piante, è fatto di telefonate, corse, ritorni veloci e consegne. Una prassi consolidata, che fino a questo momento non ha portato a fatti dalle conseguenze irreversibili, ma la paura è sempre che «qualcosa di grosso possa accadere». E sabato la situazione è degenerata fino all'aggressione di Vittorio Brumotti.

La sensazione, lungo il verde che affianca via Rizzo, è che non si tratti solo di potenziamento di controlli, che in passato sono stati anche svolti con intensità. Poi però tutto torna come prima . «Ci vorrebbe - suggerisce l'anziano - una bella telecamera, vicino all'albero». Chissà che questa non sia l'occasione perché la primavera sbocci definitivamente anche in via Rizzo..

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