IL CASO

Offese magistrati in trasmissione tv, guai per Sgarbi

di PA.CI.
Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari gli è stato notificato a Sutri, il Comune in provincia di Viterbo di cui è sindaco dall’11 giugno di un anno fa. Diffamazione aggravata, e non è una novità, il reato che viene contestato dalla procura della Repubblica di Brescia al critico d’arte ferrarese famoso per i comportamenti, e giudizi, talvolta sopra le righe. La nuova «grana» giudiziaria per Sgarbi ha avuto inizio quando lo scorso 24 marzo nel corso di una puntata della trasmissione «Non è l’Arena» condotto da Massimo Giletti ha attaccato con forza due sostituti procuratori della Repubblica di Milano, Luca Gaglio e Tiziana Siciliano, a cui sono stati assegnati i procedimenti penali riuniti che hanno dato vita al processo «Ruby ter» che vede imputato Silvio Berlusconi per corruzione in atti giudiziari. «È UN GRANDE scandalo che i pm abbiano perso tempo e lo perdano in un processo come questo - aveva commentato in studio - Lavorano nel male, lavorano davanti al demonio, nel male lavorano. Magistrati senza decoro. È una vergogna che siamo ancora a processare Berlusconi per questa scemenza! Una vergogna dello Stato indegno! Deve vergognarsi chi ha aperto questa indagine, vergogna». Parole ritenute dalla procura di Brescia (si occupa per competenza delle vicende relative ai magistrati di Milano)offensive della «reputazione dei sostituti procuratori attribuendo loro il fatto determinato di avere esercitato le loro funzioni al di là dei limiti della legge e per finalità alla medesima estranee e recando l’offesa attraverso il mezzo televisivo». Sgarbi ha ora venti giorni di tempo per chiedere di essere sentito o eventualmente depositare una memoria. Poi la procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione. •

Suggerimenti