«Pinacoteca, il progetto della copertura procede»

di Magda Biglia
Il render della copertura del cortile nella Pinacoteca Tosio Martinengo  che è ancora al centro di un conflitto tra la Sovrintendenza e  Comune
Il render della copertura del cortile nella Pinacoteca Tosio Martinengo che è ancora al centro di un conflitto tra la Sovrintendenza e Comune
Il render della copertura del cortile nella Pinacoteca Tosio Martinengo  che è ancora al centro di un conflitto tra la Sovrintendenza e  Comune
Il render della copertura del cortile nella Pinacoteca Tosio Martinengo che è ancora al centro di un conflitto tra la Sovrintendenza e Comune

«Il Comune è intenzionato a proseguire con il progetto della copertura del cortile della Pinacoteca Tosio-Martinengo. Faremo un ennesimo tentativo con la Soprintendenza ai Beni culturali». La dichiarazione è stata fatta ieri dall’assessore alla Rigenerazione urbana Valter Muchetti durante la riunione straordinaria delle commissioni congiunte Cultura e Lavori Pubblici. Continua il braccio di ferro tra la Loggia e il Soprintendente Luca Rinaldi su quello che Muchetti ha definito «un progetto non condiviso». Ultima mossa in fieri la ripresentazione del progetto complessivo, quello originale in cui si crede, con tutte le prescrizioni richieste anche dal Tar, più l’abbassamento dell’altezza della cupola «fino a dove la tipologia della struttura lo consentirà» come spiegato dall’architetto Anna Begni. La risposta è giunta sollecitata dalle critiche delle opposizioni, con interventi fra gli altri della forzista Paola Vilardi, dei leghisti Melania Gastaldi e Davide Giori, sia sulla possibilità circolata via media di una rinuncia, sia sulla continua perdita di tempo riguardo a un progetto che aveva ricevuto la prima autorizzazione da un altro Soprintendente nel 2017 (sulla cui validità i pareri sono differenti), con già la ditta incaricata in attesa di sviluppi e il finanziamento su bando. Le lungaggini di una vicenda, che è passata anche da un pronunciamento del Tar (a cui era ricorso il Comune ritenendo valida l’approvazione precedente, pure lui però il Tribunale a chiedere modifiche) sono state attribuite, oltre che alla pandemia, alle mancate risposte dalla Soprintendenza. «L’ultima nostra sollecitazione su un parere definitivo dopo le modifiche è stata a febbraio e solo ai primi di novembre abbiamo avuto un’interlocuzione che mette al centro l’altezza, non presente prima e comunque priva di motivazioni. Ma, fin dove è possibile, agiremo pure su quella, ci stiamo lavorando, nella speranza che, quando ripresenteremo il progetto, finalmente il Soprintendente (mai citato in due ore il nome Rinaldi ndr) si esprima» ha spiegato Begni. Insomma si tratta di trovare la strada per un accordo che appare in salita. Quanto ci vorrà ancora? Si farà in tempo per il fatidico 2023 di Brescia capitale della Cultura? «Non possiamo garantire una tempistica che non dipende da noi» la risposta non rassicurante dell’assessore. Nella riunione si parlato di altre due operazioni su edifici culturali pubblici, stavolta senza attriti con la Soprintendenza, il Mo.Ca di via Moretto, con un’altra tappa del recupero del valore di 1,5 milioni di euro, e la sala dei Santi Filippo e Giacomo di via Battaglie con un approccio totale da 700 mila euro. Al Mo.Ca si lavora per step perché funzionante. Dopo i 300 mila euro già spesi per le manutenzioni indicate dal gestore Brescia Infrastrutture, il milione e mezzo servirà per la facciata, per rinforzi strutturali, per gli impianti sanitari ed elettrici. In pieno assenso con Rinaldi, che chiedeva «il ripristino del fascino di una chiesa seicentesca» ci si muoverà fra giugno e dicembre del 2022 nella sala di via Battaglie. Principali problemi la copertura e la facciata che non è originale ma «appiccicata» secondo la descrizione dell’architetto Massimo Azzini, ma obiettivo anche sui pregi e sui materiali, da conservare o rifare come ad esempio quello del pavimento. «Una volta restaurata sarà uno spazio in più per le attività culturali della città».•.

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