INFRASTRUTTURE

Fondi Pnrr, la Tav nel mirino: scontro tra ministeri, la Regione rassicura

di Francesca Lorandi e Giuseppe Spatola
Per il ministro degli Affari Europei «a rischio i finanziamenti Ue». Ma per i Trasporti i tratti Brescia - Verona e Verona-Vicenza sono «in linea con i target»
L’Alta velocità Brescia-Padova entra al centro di una bagarre tra ministeri romani
L’Alta velocità Brescia-Padova entra al centro di una bagarre tra ministeri romani
L’Alta velocità Brescia-Padova entra al centro di una bagarre tra ministeri romani
L’Alta velocità Brescia-Padova entra al centro di una bagarre tra ministeri romani

L’Alta velocità Brescia-Padova entra al centro di una bagarre tra ministeri: giudicata da quello per gli Affari europei tra le misure più a rischio dell'intero Pnrr, tanto da essere tra quelle per le quali si sollecita «un processo di revisione mirata in accordo con le istituzioni europee e congruente con i principi dei Regolamenti europei». Come dire che secondo il ministro Raffaele Fitto sarebbe opportuno rivedere tempi e investimenti destinati alla Tav, alla luce della volontà di «spostare progetti che non riescono a stare nel Pnrr» per una questione di tempi e «liberando così delle risorse che possono essere riprogrammate» con il Repower «verso una politica industriale necessaria per il nostro Paese», ha detto proprio ieri.

Fitto (Affari Europei): «Troppe criticità»

Ecco allora che sull’infrastruttura chiave per il tessuto produttivo del lombardo-veneto, secondo Fitto, graverebbero troppe criticità, riportate nero su bianco nella «Relazione semestrale sullo stato di attuazione del Pnrr» realizzata, appunto, dal ministero per gli Affari europei e firmata anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Apriti cielo. Perché quelle criticità - a sentire le Regioni e il ministero coinvolto, quello delle Infrastrutture Matteo Salvini - non esisterebbero. Nessun rischio sui fondi invece per le Regioni Lombardia e Veneto.

Terzi (Regione): «Nessun problema»

A sottolineare la centralità dell’opera è stata Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture della Regione Lombardia, rimarcando che «per quanto riguarda la Tav Brescia-Padova gli accertamenti tecnici non evidenziano problemi». «L’opera è da sempre considerata prioritaria, anche in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e stiamo dando il supporto necessario a Rfi per realizzarla nei tempi e nei modi previsti», ha rimarcato. Stessa linea per la veronese Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto con deleghe ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti.

«Da tutte le verifiche fatte sia con Rfi che con il ministero competente - ha assicurato - non è in discussione la parte di Tav finanziata dal Pnrr né la sua realizzazione entro i tempi previsti. Non ho avuto notizie di alcuna criticità presente attualmente anzi. Non ci sono elementi che mettano in dubbio la realizzazione dell’opera entro il 2026».

Salvini: «Determinati a realizzare tutte le opere»

A prendere le distanze dalle osservazioni del ministero dell’Ambiente anche il suo omologo alle Infrastrutture, Salvini, che ci mette il carico da novanta: «In merito ad alcune ricostruzioni sull’andamento dei progetti finanziati con fondi Pnrr e gestiti dal Mit, a partire dalla Tav veneta, si ribadisce la determinazione del Ministero di realizzare tutte le opere. Non ci sono motivi di preoccupazione. In particolare sia la tratta Brescia-Verona sia la successiva tratta Verona-Vicenza registrano un avanzamento in linea con i target Pnrr».

Le criticità Salvini punta chiaramente il dito contro il documento del ministero per gli Affari europei, che lascerebbe invece spazio a uno scarso ottimismo nell’indicare l’Alta velocità Brescia-Padova tra le 120 misure rispetto alle quali sono stati rilevati elementi di difficoltà nella loro realizzazione. Di più: tra gli undici progetti messi peggio – cioè con tre o quattro elementi di debolezza segnalati – c’è appunto la Tav, la cui situazione è giudicata critica per lo squilibrio tra domanda e offerta che si è tradotta, in fase di aggiudicazione, in una percentuale del ribasso d’asta offerto e in una ridotta partecipazione delle imprese alle gare, nella carenza di manodopera, in difficoltà organizzative imputabili a scarso o mancato coordinamento tra più soggetti attuatori, con problematiche relative alla cessione dei terreni su cui realizzare le opere, e in problematiche connesse alla rendicontazione e ai criteri di verifica delle misure. Questo scrive il ministero per gli Affari europei con l’assenso del capo del Governo. Ma i conti e le criticità del caso, però, per ora non tornano. •.

Suggerimenti