Viaggio nella città / 16

Prealpino-Stocchetta, tutti insieme per l’ambiente e una vera socialità

di Giulio Rezzola
Il doppio nome sintetizza la ricchezza di questo quartiere, che coniuga alla perfezione le due zone contigue. Particolarmente ricco il tessuto del volontariato
Il volontariato, una risorsa preziosa per il quartiere
Il volontariato, una risorsa preziosa per il quartiere
Il volontariato, una risorsa preziosa per il quartiere
Il volontariato, una risorsa preziosa per il quartiere

Già nel nome Prealpino-Stocchetta, sottolinea la presidente del Consiglio di quartiere Chiara Gabrieli, sta la ricchezza di questo villaggio che fu il terzo in ordine di tempo ad essere edificato da padre Marcolini (tra il 1959 e il 1973). «Si tratta di una situazione unica in città – dice la presidente – perché di fatto riuniamo due territori ben distinti tra loro per caratteristiche urbanistiche e abitative».

Prealpino ha infatti la netta impronta marcoliniana con case basse, generalmente monofamiliari, e circondate dal verde dei giardini; Stocchetta invece è più «storica», conserva ancora palazzi di pregio ed ha una impostazione «da borgo».

Qui ci vivono complessivamente circa 4.600 persone che hanno un buon grado di aggregazione e integrazione: «Un’oasi felice, dove c’è grande partecipazione alla vita di comunità e si è instaurata una buona collaborazione tra la popolazione e il Consiglio», aggiunge Gabrieli.

Collaborazione e vicinanza

Un esempio può essere dato dalla vicenda che nell’ottobre scorso ha visto una parte degli abitanti di Prealpino, quelli di via Rodella soprattutto, interessati da un malfunzionamento degli impianti della azienda Baumann di via Conicchio che ha causato il deposito di polveri rosse nelle case e sulle automobili: «Il buon lavoro portato avanti dagli abitanti della zona, che avevano coinvolto il Cdq, con l’azienda e gli assessori ha portato a risolvere la situazione» ricorda la presidente.

«Ma positiva, nel senso di moduli compilati, è stata anche la risposta data dai cittadini ad un questionario che abbiamo distribuito per conoscere quali sono gli aspetti critici del nostro quartiere e quali quelli che vanno bene». Il tema ambientale è risultato molto sentito: «Il parcheggio scambiatore al capolinea della metropolitana, per esempio, non rileva aspetti negativi perché può rappresentare un punto di forza per la sostenibilità di Brescia», dice Gabrieli.

Per i suoi connotati, sicuramente le criticità maggiori le rileva sempre la Triumplina, asse viario sul quale persistono i problemi evidenziati da tutti coloro che vi si affacciano: «Curiose invece, in tema di viabilità – aggiunge - le tante segnalazioni sulle strade interne che molti vorrebbero a senso unico. Ma se dovessimo assecondare questi desideri andremmo a penalizzare gli abitanti delle vie accanto. Dobbiamo perciò pensare sempre al bene comune». E per la comunità certamente validi risultano essere la rete dei servizi sociali e la presenza di un buon numero di impianti sportivi, così come le relazioni con le parrocchie di Santa Giulia e della Stocchetta, quest’ultima luogo di riferimento per i migranti cattolici di tutta la Diocesi.

Associazionismo in prima linea

Particolarmente ricco il ventaglio di associazioni e realtà di volontariato. Dal 1964 opera il Circolo Acli che, oltre a tutta la sua funzione di assistenza amministrativa, organizza incontri e dibattiti su temi di attualità. 
Nella scuola Pirandello ha invece sede «Solidarietà viva», associazione che svolge la propria attività prevalentemente a favore degli anziani, delle persone in difficoltà e tra l’altro gestisce, per chi ne ha necessità, la fornitura di carrozzine, deambulatori, letti e vari ausili medici; poi ecco «Famiglia a tutto tondo», che dal 2017 si prefigge di rilevare i bisogni delle famiglie per aiutarle in situazioni di difficoltà e nella loro funzione sociale, con il Gruppo degli Alpini e il Punto di Comunità.

Poi c’è tutto l’aspetto culturale nella vivacità propositiva di questo quartiere, partendo dal Teatro Santa Giulia, una vera istituzione di proprietà parrocchiale in grado di allestire rappresentazioni teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche e addirittura di ospitare corsi di improvvisazione (una trentina i posti disponibili per ogni sessione) promossi ormai da sette anni dal Cdq. «In tempo di Covid – ricorda Gabrieli – con tutti i musei chiusi avevamo organizzato alla cascina Pederzani uno spazio per far conoscere gli artisti locali e ancora adesso, ogni paio di mesi, esponiamo opere di qualche nostro pittore o scultore che di solito tiene anche lezioni di laboratorio. Pensiamo poi alla casetta bookcrossing nel parco di via Nona, aggiornata e riempita da persone fragili grazie alla collaborazione con il Dipartimento di salute mentale del Civile».

Infine la biblioteca, dove tra l’altro si tengono gruppi di lettura anche per bambini (Papà mi racconti una storia» è una delle ultime iniziative) e incontri d’approfondimento su testi come «Cristo si è fermato a Eboli» di Levi o »Il ritorno di Casanova» di Schnitzler. 

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