Viaggio nella città/27

Sant’Eustacchio tra passato e futuro: la riqualificazione viaggia spedita

di Giulio Rezzola
Nella zona le caserme e le fabbriche più grandi. Ora attenzione ai parchi e a un modello sociale inclusivo

Sant’Eustacchio è un quartiere molto ampio che, diciamo, dal tronco della tangenziale Ovest che poi diventa via Oberdan si estende fino alle strade interne di via Veneto. Oggi vi abitano poco meno di 10.000 persone ma negli anni Settanta nel pieno sviluppo delle attività industriali e in presenza di importanti caserme militari, superava abbondantemente le 13.000 unità. Di quell’epoca ora rimangono la Iveco di via Volturno, la Innse Cilindri e la Innse Berardi racchiuse in un unico sito produttivo in via Franchi.

Tra industria e verde

«Nel quartiere le perplessità sulle forti innovazioni erano tante – ricorda il presidente del Consiglio, Andrea Zavaglia –. Ma pur davanti a grandi sconvolgimenti come la riqualificazione di via Veneto e i progetti per il recupero della caserma Papa, il confronto e il dialogo con i residenti hanno sempre portato a risultati positivi».

I tre parchi 

Certo è che il quartiere non è concentrato solo su questi argomenti. Altri temi interessano l’attività del Cdq, come alcuni interventi che sarebbero necessari in tre parchi: «Al Salvo D’Acquisto – si augura il presidente – servirebbe potenziare l’area verde per renderlo più vivibile e vicino alle esigenze dei bambini, soprattutto i più piccoli. L’ideale sarebbe poi dotarlo di una postazione per il defibrillatore». Presidio già presente a Campo Marte, per esempio, spazio ultimamente molto utilizzato anche per i concerti estivi «verso i quali non c’è mai stata una forte opposizione dei residenti – dice Zavaglia –. Quello che vorremmo si riuscisse a fare è dedicare la sala lettura all’interno della palazzina ad una personalità che ha segnato la nostra storia, ma fino ad ora non abbiamo avuto riscontri».

Nel parco di via Corridoni, frequentato da chi ama giocare a basket, si attende invece la realizzazione, deliberata in Loggia, di una nuova casa di accoglienza per persone e nuclei familiari in condizioni di elevata marginalità.

I servizi 

Un settore, quello dei servizi alla persona, in cui il quartiere è un po’ deficitario, in particolare verso gli anziani «per i quali, non essendoci associazioni dedicate, abbiamo messo noi in campo alcune iniziative. Per quanto riguarda il sociale, il quartiere ha un suo riferimento in via Volturno dedicato all’assistenza a giovani donne mentre per l’infanzia ha un polo importante nella scuola materna S.Eustacchio», afferma il presidente.

Infine, la completa offerta commerciale, concentrata attorno a via Veneto, non registra particolari carenze così come la rete dei trasporti. La zona è ben servita dagli autobus, con tre linee urbane, mentre il futuro tram interesserà il quartiere marginalmente, praticamente solo via Volturno e via Leonardo.

Il nuovo volto di via Veneto

Il progetto per ridare un nuovo volto a via Veneto all’inizio ha trovato molte resistenze che piano piano si sono attenuate «grazie ad un costante lavoro di progettazione partecipata. Dopo i momenti difficili i residenti si sono ricreduti perchè si è ottenuto un buon risultato», dice il presidente Zavaglia.

La grande fabbrica Lo stabilimento Iveco di via Volturno
La grande fabbrica Lo stabilimento Iveco di via Volturno

«I negozi ne beneficiano così come, per esempio, le mamme con bambini e gli anziani che possono passeggiare tranquillamente. Ora il quartiere è più vivibile e più attrattivo», aggiunge. I fattori positivi che hanno cambiato l’opinione sulla riqualificazione di questa zona sono stati l’estensione dello spazio pedonale (quasi 7.500 mq di marciapiedi rifatti in gres rigenerato) ricavato togliendo la possibilità di sosta alle automobili; la pista ciclabile monodirezionale su ciascuno di essi; l’ampliamento delle aree verdi (circa 1.200 mq) posizionando nuove panchine e rastrelliere per biciclette; moderne pensiline per le fermate degli autobus; il potenziamento dell’illuminazione pubblica; il rallentamento del traffico di passaggio».

Le problematiche che restano 

«Restano le problematiche legate ai parcheggi nelle vie laterali, che non assorbono quelli persi con la nuova veste della via principale, ma nelle quali, peraltro, l’introduzione delle zona30» e il ridisegno dei sensi unici «sono stati invece accettati dopo le perplessità della prima ora», sottolinea il presidente.

L'ex caserma Papa

Discorso diverso per il recupero e la riqualificazione della ex-caserma Achille Papa. Qui dovrebbe sorgere la «cittadella» che ospiterà la Motorizzazione civile, la Guardia di Finanza e gli uffici della Dogana. Lo stato progettuale è più o meno definito ma i tempi per la realizzazione si allungano. È recente infatti l’accettazione da parte del Tar del ricorso di una società concorrente alla gara per i lavori di bonifica e di demolizione.

Inalterati invece i dubbi dei residenti sull’aumento dei volumi di traffico, soprattutto dei mezzi pesanti se l’accesso avverrà da via Attilio Franchi (anche se è allo studio un raccordo per l’ingresso dalla tangenziale): «Il Consiglio di quartiere è chiamato a monitorare gli sviluppi dei lavori ma è un organo consultivo – precisa Zavaglia – che comunque può esprimere il proprio parere sulla bontà di un progetto. Sarà questo uno degli impegni principali per i prossimi consiglieri». L’intervento prevede il recupero di tre edifici esistenti perché vincolati mentre i restanti fabbricati verranno demoliti. Tra le opere complementari, piste ciclabili e parcheggi pubblici.

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