Il dibattito

Scuole aperte anche d’estate? La «rivoluzione» divide Brescia

di Magda Biglia
Si torna a parlare di una proposta che non trova tutti d’accordo, a cominciare dai sindacati decisamente contrari ma sono 40mila le firme raccolte sulla petizione lanciata online per ridurre la pausa estiva
L’estate si avvicina E per tanti studenti si prospetta un periodo di vacanza, per certi versi anche di «vuoto»: si studiano idee per il loro coinvolgimentoLe attività Per le scuole l’obiettivo può essere quello di  dare skills e competenze anche d’estate
L’estate si avvicina E per tanti studenti si prospetta un periodo di vacanza, per certi versi anche di «vuoto»: si studiano idee per il loro coinvolgimentoLe attività Per le scuole l’obiettivo può essere quello di dare skills e competenze anche d’estate
L’estate si avvicina E per tanti studenti si prospetta un periodo di vacanza, per certi versi anche di «vuoto»: si studiano idee per il loro coinvolgimentoLe attività Per le scuole l’obiettivo può essere quello di  dare skills e competenze anche d’estate
L’estate si avvicina E per tanti studenti si prospetta un periodo di vacanza, per certi versi anche di «vuoto»: si studiano idee per il loro coinvolgimentoLe attività Per le scuole l’obiettivo può essere quello di dare skills e competenze anche d’estate

Scuole aperte d’estate? Il quesito non è nuovo eppure ogni volta si accende il dibattito quando la proposta viene ventilata. Il ministro Valditara ha spedito una circolare agli istituti dopo lo stanziamento ministeriale di 400 milioni per progetti estivi di socialità, inclusione, cultura, potenziamento e recupero, d’intesa con enti locali e associazioni. Con la possibilità di attingere per questo anche ai 750 milioni del Pnrr contro la dispersione.

La rivoluzione della "chiusura mai"

«La scuola sia punto di riferimento per gli studenti» il suo slogan. Non è ancora la rivoluzione che ogni tanto viene alla ribalta, quella cioè di «chiusura mai» perché la società è cambiata e la scuola no, le madri lavorano, i nonni sono spesso lontani, gli immigrati sono tanti, i disabili hanno diritto a un’inclusione continua, perché in gran parte d’Europa così accade.

Già 40 mila firme sono state raccolte sulla petizione lanciata online per ridurre la pausa estiva, a testimoniare l’interesse per un tema complesso e dalle ricadute significative. Si chiede la rimodulazione del calendario anche perché la perdita di competenze acquisite durante l’anno scolastico è un problema reale, soprattutto per gli studenti provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati e la mancanza di stimoli e relazioni sociali può avere un impatto negativo sul benessere dei ragazzi.

Genitori in prima linea

«Sono anni che lo proponiamo - afferma Anna Maria Bertoli, presidente dell’Associazione genitori bresciana -, sia perché la lunga pausa crea difficoltà ai genitori che lavorano, sia perché la forte pausa interrompe la continuità, con gli insegnanti che scompaiono e i nuovi si vedono a novembre. La denatalità dovrebbe avere almeno un risvolto positivo non solo nella cancellazione delle aule pollaio ma anche nella ricomposizione degli organici che siano adatti a un ripensamento totale del ruolo educativo. Capisco che non è una cosa semplice, richiede non proclami solitari ma un tavolo partecipato capace di trovare formule che mettano comunque al centro lo studente».

Servono organici adatti, spazi adatti, anche all’aperto, secondo i sindacati, per lo meno perplessi, se non contrarissimi come Gilda: «Gli insegnanti non sono baby sitter né giocolieri, loro compito è educare e trasmettere i saperi; al resto ci pensi lo Stato, si utilizzino le cooperative, si facciano progetti come già esistono a Brescia. Già ci aveva provato il ministro Bianchi e fu un fallimento, si ripeterà di nuovo» commenta il segretario provinciale Adriano Cattelan.

Le offerte a Brescia

Effettivamente il nostro territorio è ricchissimo di offerte di impegno nei mesi caldi, dai Cre del Comune ai grest fino alle attività ludico-sportive. I finanziamenti ministeriali potrebbero servire a renderli gratuiti se si facesse sistema. Non facile, siamo a metà aprile, forse sarà meglio l’anno prossimo visto che l’intervento è biennale? Così la pensano parecchi presidi: turni estivi non sono mancati sinora ma nel tempo dell’anno scolastico, magari fino a metà luglio nelle superiori, frequentate visto che ci sono gli esami, oppure a fine agosto e primi di settembre.

Il nodo più grave è la tempistica «romana»; quanto ai docenti, secondo Giovanni Pasini, vice preside alla Mompiani, la soluzione potrebbe essere la volontarietà dell’adesione, debitamente retribuita: «Già accade con le attività extra che abbiamo in corso. Ci sono persone disponibili, a turni ovviamente. Ci vogliono però i tempi, indicazioni concrete, non spot buttati lì».

Il punto di vista dei presidi bresciani

Si tratta, poi, nel Bresciano, di trovare un rapporto con le mille iniziative in atto, prima fra tutte i grest e, in città, i centri del Comune che, con suoi stanziamenti, riempie alcune primarie e materne: «Credo che la strada dei cancelli spalancati sempre sia la strada verso cui andare. Già la Melzi e la XXVIII Maggio non si svuotano, iniziative ci sono ma non gratuite. Ben vengano i finanziamenti. Ogni istituto si impegnerà con le sue tempistiche e nel suo contesto» dice Claudia Marchi dall’Ic Nord 1.

«Brescia e la Valtrompia dove io lavoro sono realtà peculiari, il ministro si rivolge all’Italia in generale, ma qui le proposte esterne sono già più che ricche», dichiara Patrizia Cuppari, dirigente a Sarezzo e reggente a Nave che fa paragoni con la città di origine, Roma. Della stessa idea è Cristina Fontana da Nuvolento, dove pure è già stato fatto un campus estivo tramite cooperativa, a pagamento: «Per i bandi le procedure sono lunghe, per quest’anno sarà dura fare in tempo» ritiene.

«Non sarà semplice - concorda Ersilia Conte dall’Iis Levi di Sarezzo -. Alle superiori ci sono ragazzi dai 14 ai 19, anche 20 anni, alcuni dei quali lavorano per tirar su qualche euro e abituarsi all’etica». Guarda al 2024-25 anche Massimo Cosentino, preside del Leonardo: «Occorrono indicazioni concrete e il personale, anche per la sicurezza. Esperienze ne abbiamo già fatte, se compariranno risorse le sapremo sfruttare, come sempre».

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