Sorelle maltrattate: denunciati il padre, la madre e il fratello

di Paolo Cittadini
Le indagini della squadra Mobile sono coordinate dalla procura della Repubblica di Brescia
Le indagini della squadra Mobile sono coordinate dalla procura della Repubblica di Brescia
Le indagini della squadra Mobile sono coordinate dalla procura della Repubblica di Brescia
Le indagini della squadra Mobile sono coordinate dalla procura della Repubblica di Brescia

Maltrattamenti in famiglia e lesioni. Questi i reati per cui sono stati denunciati il padre, la madre e il fratello maggiore delle quattro ragazze di origine pachistana che lunedì pomeriggio si sono presentate al pronto soccorso della Poliambulanza di Brescia al termine, con ogni probabilità, dell’ennesima lite con i famigliari. Le quattro ragazze, due sono minorenni, una volta raccontato al personale medico e agli agenti della polizia di Stato le violenze che, a loro dire, dovevano subire all’interno delle mura domestiche hanno ottenuto protezione e un alloggio sicuro. La più grande delle quattro, sui 25 anni, ha raccontato che i famigliari avevano combinato il suo matrimonio: volevano farla sposare con un connazionale in Pakistan. DAVANTI al suo netto rifiuto i famigliari avrebbero cercato di farle cambiare idea in tutti i modi anche minacciandola di farle fare una brutta fine. Sono diversi gli episodi raccontati dalle quattro a chi alla Poliambulanza ha dato ascolto alle loro parole e ha avvertito le forze dell’ordine. Le giovani avrebbero detto che in casa vivevano praticamente segregate. Mentre il fratello maggiore era libero di uscire, incontrare gli amici e fare la normale vita di un uomo sulla trentina, loro quattro sarebbero invece state costrette a rimanere in casa. «Hanno spiegato che vivevano da recluse in casa», racconta chi ha avuto modo di sentirle. L’unica concessione permessa era quella di frequentare scuola e università. «Hanno raccontato che però in casa i libri dovevano tenerli chiusi», sottolinea chi ha ascoltato il loro sfogo. Ogni ribellione o semplice protesta sarebbe stata repressa con la violenza fisica o verbale da parte dei genitori, il capofamiglia è un operaio mentre la madre è casalinga, entrambi sui cinquanta anni. Un clima pesantissimo che le ragazze hanno detto di aver dovuto subire già da parecchio tempo e che si scontrava con la loro voglia di vivere con spensieratezza come delle giovani ragazze cresciute in Italia. Un desiderio che avrebbe però cozzato con le «granitiche» tradizioni imposte dalla famiglia di origine, in Italia già da parecchio tempo In procura a Brescia è stato quindi aperto un fascicolo che nelle scorse ore è passato dalla mani del sostituto procuratore di turno a uno dei magistrati del dipartimento soggetti deboli. Nei prossimi giorni potrebbero arrivare ulteriori sviluppi nella vicenda. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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