infrastrutture

Tav, nuovi prezzi in arrivo: così le gare ora possono ripartire

di Maurizio Battista
Si apre una nuova epoca per la gestione degli appalti per l’Alta velocità. Cepav Due ripubblica, con la revisione, i bandi che erano andati a vuoto per il tratto Brescia Est-Verona, relativi a rotaie e barriere antirumore
Desenzano-Sirmione: una delle immagini che documentano da drone l’avanzamento lavori della  Tav Brescia Est
Desenzano-Sirmione: una delle immagini che documentano da drone l’avanzamento lavori della Tav Brescia Est
Tav Brescia-Est - Verona (selezione da mobilita.org)

Dopo il lungo elenco di gare andate deserte per la Tav, con due bandi a vuoto nella Brescia-Verona e cinque nella tratta Verona est-bivio di Vicenza, si sta aprendo per gli appalti dell’Alta Velocità una nuova epoca, la generazione delle gare d’appalto post-revisione prezzi. Dopo cioè che il Governo attraverso l’Osservatorio nazionale dei prezzi ha aggiornato i listini delle materie prime, riconoscendo forti aumenti per esempio per l’acciaio, l’acciaio corten, il cemento, il bitume e tutti i materiali da costruzione e le materie prime. Le gare d’appalto, disertate negli ultimi due anni dalle aziende per il timore di non riuscire a coprire i costi, torneranno appetibili? La Tav riuscirà a superare gli ostacoli ed evitare un rallentamento nei lavori che potrebbe far perdere il traguardo delle Olimpiadi del 2026? Il banco di prova lo avremo nei prossimi giorni quando sapremo se la Brescia-Verona avrà l’armamento, vale a dire rotaie e traversine. La notizia, infatti, arriva da Cepav Due, general contractor per la tratta Brescia est-Verona che ha fatto sapere in una nota ufficiale che «le procedure ad evidenza pubblica del Lotto Funzionale Brescia Est – Verona relative all’armamento e alle barriere antirumore verranno ripubblicate nelle prossime settimane con i prezzi revisionati».

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È la conferma che si riparte con le gare d’appalto da presupposti completamente diversi, con prezzi che dovrebbero garantire alle imprese di coprire i costi senza sorprese: questo passaggio previsto da Cepav Due rappresenta dunque l’inizio di una nuova stagione, rilanciando su basi d’asta più consone, gare andate a vuoto mesi fa. Il primo bando infatti era andato deserto due volte. Il primo tentativo di assegnare la gara risale al dicembre 2021: 60 milioni e 530 mila euro per il cosiddetto «armamento» ferroviario, ovvero la fornitura e la posa di rotaie, traversine, attacchi e deviatoi, la sovrastruttura ferroviaria vera e propria, da Rezzato a Verona Ovest. Nessuna offerta era stata presentata, e la crisi dei prezzi per energia e materiali non era acuta come nelle ultime settimane.

La gara è quindi stata ripetuta alzando gli importi, a 66 milioni e 43 mila euro, un aumento del 10% secco. Ma il termine per la presentazione delle offerte, che scadeva il 21 marzo, è stato prima prorogato al 5 aprile (segno di una possibile carenza di offerte) e poi concluso a fine aprile con lo stesso esito nonostante il rialzo. Ora Cepav Due che raggruppa Saipem (59%), Pizzarotti (27%) e Maltauro (13%) rilancia anche una seconda gara che aveva registrato un flop: due mesi fa nessuna offerta era pervenuta per un appalto da 19 milioni e 416 mila euro per l’acquisto e l’installazione di barriere antirumore lungo il tracciato da Brescia a Verona, tratta da finire entro il 2026. Anche questa gara viene riaperta sulla base di prezzi adeguati. E se le gare continuassero ad andare a vuoto, quali sarebbero le soluzioni percorribili? Sono stati lanciati appelli al Governo perché siano previste misure straordinarie di fronte a una situazione straordinaria e a traguardi che non ci si può permettere di fallire come le Olimpiadi del 2026.

Proprio il caso delle Olimpiadi di Torino potrebbe essere replicato: per i lavori della Tav Torino-Novara-Milano venne concessa una deroga alle gare d’appalto consentendo di procedere con l’affidamento diretto dei lavori alle imprese, previa selezione. In questo modo sarebbe garantita la continuità dei lavori con tempi molto più veloci. La seconda opzione sarebbe quella di alzare la soglia dei lavori che i general contractor possono dare in affidamento diretto senza gara. Ora la soglia è fra il 30 e il 40%, e si potrebbe alzare con la garanzia che le opere vengano realizzate da aziende che fanno parte del raggruppamento di imprese del general contractor. E qui entra in campo la capacità della politica di fare pressing sul Governo e su Draghi.

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