IL DELITTO

Il farmaco che avrebbe segnato la fine di Laura Ziliani

Gli investigatori intendono far luce sul modo in cui potrebbero essere state somministrate le benzodiazepine. L'esito dell'autopsia sarà determinante
Un momento dell'arresto delle sorelle Zani
Un momento dell'arresto delle sorelle Zani
Un momento dell'arresto delle sorelle Zani
Un momento dell'arresto delle sorelle Zani

Nella vicenda di Temù sono tanti gli indizi raccolti, e rivestono pure una certa rilevanza dal momento che un giudice per le indagini preliminari ha ritenuto di accogliere la richiesta, avanzata dalla Procura di Brescia, di tre misure cautelari. Tre arresti in carcere: le sorelle Silvia e Paola Zani e il fidanzato di una di loro, Mirto Milani, che avrebbe avuto una relazione anche con l'altra. Le due donne sono in cella a Verziano, l'uomo al Nerio Fischione. Il delitto di cui sono accusati è l'omicidio volontario della madre delle due giovani, Laura Ziliani, seguito dall'occultamento di cadavere.
Gli inquirenti sono ancora al lavoro per ricostruire diversi passaggi: e uno di quelli cruciali è il modo in cui la vittima sarebbe stata uccisa. L'accusa e il gip nell'ordinanza considerano di particolare rilevanza le tracce di benzodiazepine trovate nel corpo di Laura Ziliani attraverso gli esami tossicologici. In particolare sarebbe stato trovato del bromazepam, «avente azione ansiolitica e ipnoinduttrice», è precisato nell'ordinanza di custodia cautelare. Ma si tratta di un farmaco che tutto è, in gocce, fuorchè insapore. Questo per far sì che chi ne fa uso possa avere una percezione anche della quantità che sta ingerendo. Situazione diversa per le pastiglie a base dello stesso principio attivo: dal punto di vista del sapore tutto è molto più neutro. Ma rimane il fatto che nel corpo di Laura Ziliani non è stata trovata una quantità di ansiolitico tale da uccidere. Tutto ciò induce gli inquirenti a ritenere che si possa essere trattato di un'azione finalizzata a compiere il delitto vero e proprio. In che modo, sembra però ancora da chiarire: la cosa certa è che dopo aver assunto quelle sostanze, la vittima era in condizioni tali da non potersi difendere anche da un omicidio commesso in modo da non impiegare un forza particolare. Difficilissimo opporsi dopo essere stata stordita con il farmaco. Gli accertamenti investigativi hanno inoltre consentito di appurare che Laura Ziliani non aveva problemi d'ansia, anzi era una persona solare, e quindi non faceva uso di quel genere di farmaci.

Questo ha rilevanza sotto due aspetti. Uno investigativo derivante dall'interrogativo: «Perchè avrebbe dovuto assumerne quella sera, quando era allegra e tranquilla come sempre?». L'altro è più scientifico e riguarda la quantità necessaria a stordirla: se effettivamente questo è successo, considerando che non faceva uso di questo farmaco, la quantità necessaria allo stordimento è stata più ridotta rispetto a chi ne assume. Le indagini devono quindi chiarire aspetti rilevanti, dopo che diversi sono già stati portati alla luce. Determinante si rivelerà l'autopsia, per capire quali sono stati gli ultimi cibi o bevande ingeriti da Laura Ziliani. Attraverso uno di loro sarebbe appunto passato l'ansiolitico.Le indagini proseguono quindi, ma non è solo l'attività dei carabinieri e del pm a proseguire. Per domani, davanti al gip, sono stati fissati gli interrogatori di garanzia dei tre indagati. Saranno sentiti dallo stesso gip che ha firmato l'ordinanza d'arresto e potranno avvalersi della facoltà di non rispondere..

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