Terapie intensive sature. Così Brescia si cautela

di Eugenio Barboglio

Il tasso di saturazione delle Terapia intensive in Lombardia è del 40 per cento, negli ospedali bresciani è del 90. E questa non è una notizia di ieri, ma è una situazione che è così da cinque giorni. Da ieri mattina la regione era passata al livello di emergenza 4, previsto con gli ultimi aggiornamenti al piano di organizzazione della rete ospedaliera lombarda, ma per Brescia cambia poco. Se per le Asst delle altre province questo significa affrettarsi ad aprire nuovi posti letto, questo vale meno o nulla per Brescia, le cui strutture, sotto la pressione dell’emergenza, più stringente qui che altrove, hanno anticipato le disposizioni regionali. Dice Alessandro Triboldi, direttore generale della Poiliambulanza: «Noi dovremmo salire a 15 posti letto di Intensiva, ma li abbiamo già e sono pieni». E anche il Civile (431 ricoverati covid) per il fatto di avere realizzato il padiglione a Scala 4 ha i posti di sub intensiva che chiede la Regione. E a Scala 4 sono già pronti due o tre di Terapia intensiva dei 16 che apriranno nel reparto. Anche a Sant’Anna, San Rocco e Città di Brescia si è stati costretti ad aprire velocemente nuovi posti letti dove intubare i pazienti. Solo pochi giorni fa, negli ospedali bresciani del Gruppo San Donato c’erano 10 ricoverati gravi, ora in Terapia intensiva sono 16. Ieri hanno suonato le sirene delle ambulanze dalla mattina alla sera. Con una frequenza che riporta alla primavera. Il risultato sono Pronto soccorsi che cominciano a sentire il clima da assedio che si pensava potesse non tornare più. Ieri ad un certo punto, al Civile sono stati costretti a sospendere l’accettazione per alcune ore. Da venerdì a domenica per Covid al Pronto soccorso di Mompiano si sono presentati in 65. Ma fossero solo i Covid, ci sono gli accessi per altre patologie a mettere in crisi il servizio. Gran parte dell’attività normale degli ospedali prosegue. Al Civile con la seconda ondata sono stati sospesi gli interventi in libera professione, ma l’Asst è hub regionale per molte patologie e sta comunque rispettando le liste di prenotazione. La Regione raccomanda, con l’entrata nella fase 4, di ridimensionare tutta la attività non Covid lasciando alle Direzioni generali di modularla in base alla dimensione dell’emergenza. Un rallentamento che nel caso fosse necessario può anche diventare un blocco. •.

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