Timken, si spegne la speranza. L’azienda conferma la chiusura

di Marta Giansanti
Per i 106 lavoratori della Timken la speranza si affievolisce. Nell’incontro ufficiale  in videoconferenza, il presidente europeo della multinazionale ha confermato l’intenzione di chiudereUn annuncio che indica simbolicamente la fine dell’attività Timken in Valle
Per i 106 lavoratori della Timken la speranza si affievolisce. Nell’incontro ufficiale in videoconferenza, il presidente europeo della multinazionale ha confermato l’intenzione di chiudereUn annuncio che indica simbolicamente la fine dell’attività Timken in Valle
Per i 106 lavoratori della Timken la speranza si affievolisce. Nell’incontro ufficiale  in videoconferenza, il presidente europeo della multinazionale ha confermato l’intenzione di chiudereUn annuncio che indica simbolicamente la fine dell’attività Timken in Valle
Per i 106 lavoratori della Timken la speranza si affievolisce. Nell’incontro ufficiale in videoconferenza, il presidente europeo della multinazionale ha confermato l’intenzione di chiudereUn annuncio che indica simbolicamente la fine dell’attività Timken in Valle

La Timken di Villa Carcina «deve chiudere»: nessun passo indietro o ripensamento dal gruppo statunitense. Mentre le numerose realtà produttive bresciane ripartono dopo la pausa estiva, per i 106 lavoratori della Timken non ci sono buone notizie. L’azienda ha ribadito quanto annunciato lo scorso 19 luglio: stop all’attività, con proposta (non accolta) di anno di Cassa integrazione in deroga. Una posizione rimarcata ieri in videoconferenza dal presidente europeo della multinazionale Andy Dillon, durante un incontro convocato nella sala consiliare di Villa Carcina con i rappresentanti della Fiom di Brescia, Antonio Ghirardi, Elena Duina e Mauro Resinelli, le Rsu Walter Zubani e Enzo Grossi. Presenti anche il direttore dello stabilimento Francesco Contolini, i consulenti del lavoro e gli esponenti delle amministrazioni locali: il sindaco Moris Cadei, il presidente della Comunità Montana Val Trompia Massimo Ottelli, il consigliere provinciale Antonio Bazzani e il leader della Conferenza dei sindaci della Valle Trompia Gianmaria Giraudini. «La nostra posizione, sostenuta dalle istituzioni, rimane la medesima – ha apostrofato il segretario generale della Fiom di Brescia Ghirardi -: l’unità produttiva deve andare avanti, la casa madre può utilizzare gli ammortizzatori sociali ordinari, a partire dal contratto di solidarietà. A disposizione hanno ancora 30 mesi». Una proposta nemmeno presa in considerazione. «Un incontro vergognoso: è inaccettabile che la vita professionale di 106 persone valga solo tre minuti, il tempo esatto dell’intervento di Dillon. Trovare un punto di mediazione quando la decisione è già stata presa è molto difficile. La volontà è quella di chiudere immediatamente il sito e delocalizzare. Motivo per il quale – sottolinea Ghirardi – non riteniamo adeguata la richiesta della cassa integrazione straordinaria in deroga, perché rappresenta uno strumento destinato alle aziende in crisi e la Timken non è in crisi. L’intenzione è di spostare la produzione in Romania». Un sito produttivo da tempo in affanno ma – sottolinea il leader della Fiom di Brescia - «hanno sempre sostenuto che non ci fossero difficoltà. La loro unica preoccupazione era la cura del cliente: ogni tre mesi la proprietà incontrava i lavoratori e non ha mai manifestato problemi». A breve, e con ogni probabilità già a partire da oggi, si aprirà la procedura per il licenziamento collettivo che, secondo normativa, può durare fino a 75 giorni. Entro una settimana il sindacato dovrà richiedere un ulteriore incontro, pena il decadimento della trattativa. «L’obiettivo – fa sapere Ghirardi – è trovare soluzioni alternative. I dipendenti, come previsto dalla legge, saranno dispensati dalla prestazione lavorativa ma verranno retribuiti». Non si arresta però il presidio con assemblea permanente. «La speranza non deve cessare, la battaglia andrà avanti perché questa vicenda non riguarda solo la comunità bresciana ma il Paese», conclude Ghirardi. Nessun cenno, per ora, dal ministero dello Sviluppo economico.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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