il caso

Topi all’«assalto» della città: l'allarme resta acceso

di Marta Giansanti
Nonostante la Loggia intervenga, i roditori continuano a gironzolare per le diverse zone del capoluogo a causa dell’inciviltà di molti cittadini
Sono ancora molti i topi che nonostante la derattizzazione del Comune di Brescia continuano ad aggirarsi in alcune zone della città
Sono ancora molti i topi che nonostante la derattizzazione del Comune di Brescia continuano ad aggirarsi in alcune zone della città
Sono ancora molti i topi che nonostante la derattizzazione del Comune di Brescia continuano ad aggirarsi in alcune zone della città
Sono ancora molti i topi che nonostante la derattizzazione del Comune di Brescia continuano ad aggirarsi in alcune zone della città

Se fossimo nella favola dei fratelli Grimm, il pifferaio magico avrebbe di che lavorare in questo periodo, sbattuto più o meno in ogni angolo della città a caccia di topi. Non solo sopra, sulle strade, nei parchi e nelle aiuole, ma pure nel sottosuolo della Leonessa. Un sequel della favola ambientato a Brescia e non più ad Hamelin e in cui i suoi abitanti, non così avari, si prodigano in ogni modo per mettere fine all’«assalto».

Continue le chiamate agli uffici di competenza e le segnalazioni a chi di dovere (anche ai giornali), numerosi i post lasciati su Facebook e sui vari social per denunciare le medesime situazioni, per dar manforte, un po’ di coraggio o consigli a chi è costretto a convivere con i roditori oppure per difendere i poveri topi che colpe ne hanno ben poche, se non quella di riprodursi alla velocità della luce.

C’è chi parla di invasione, chi di una conseguenza di un insieme di fattori, tra cui l’anomalo e terribile caldo e il comportamento incivile dei cittadini che da un lato abbandonano rifiuti per strada o accanto ai cassonetti, dall’altro lasciano e lanciano cibo a uccellini, paperelle, tartarughine, senza prevedere la «voracità» dei topi C’è chi giura di averne visti sorprendentemente lunghi con delle code ancora più lunghe del corpo.

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Chi sostiene che con l’auto in corsa ne sia uscito uno dal cofano e che, tra un urlo e l’altro, sia sparito non si sa dove. Chi li vede passare indisturbati davanti al proprio negozio e chi si accorge della loro presenza dalle urla dei passanti. Una situazione che va avanti da mesi nonostante il fenomeno sembra sia leggermente migliorato rispetto a qualche giorno fa.

Dopo i casi di via Sostegno e del parco Ducos - raccontati sulle nostre pagine lo scorso agosto - che ne ha richiesto la chiusura per 15 giorni, le denunce non si sono mai fermate: via Milano, Urago Mella, Costalunga, via Marconi, viale Venezia, solo per citare alcune delle zone prese di mira dai topi. Gli interventi da parte del Comune, confermano dalla Loggia, sono frequenti e continui. L'unica soluzione è il veleno.

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Si sono così piazzate «casette» con del cibo avvelenato all'interno; i topi entrano, mangiano, escono e poi muoiono agonizzanti, di solito, nella propria tana. Una carneficina facilmente evitabile se ognuno facesse la propria parte: evitando di lasciare per strada cibo agli animali (sconsigliato, per altro, da tutti gli esperti per questioni salutari, ecologici e sanitari) e soprattutto di abbandonare la spazzatura all’esterno dei cassonetti.

Se invece il problema è del cassonetto «bucato», com'è successo in piazzetta Pola, la soluzione deve ovviamente essere un'altra e più istituzionale. Ed è proprio in piazzetta Pola che la situazione, seppur limitata a una piccolissima aiuola, è divenuta ormai insostenibile, con pantegane in giro a qualsiasi ora.

Gli interventi messi in campo da palazzo Loggia ci sono stati, nel frattempo però qualcuno ha portato via la «casetta» e i topi, quelli vivi, continuano a gironzolare indisturbati. Quelli morti avvelenati, invece, sono rimasti lì, a marcire tra le piante (spesso anche sulla strada) e l'odore (oltre alla vista) nauseabondo ne è la prova provata.

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