L’INIZIATIVA

Un appello per don Fabio: raccolte già 700 adesioni

Lanciata una raccolta firme dalla sociologa Laura Mentasti
L’appello è partito dalla sociologa Laura Mentasti
L’appello è partito dalla sociologa Laura Mentasti
L’appello è partito dalla sociologa Laura Mentasti
L’appello è partito dalla sociologa Laura Mentasti

A fianco di don Fabio Corazzina «da cittadine e cittadini, perché don Fabio non è solo un sacerdote, bensì una persona di cui Brescia ha bisogno, come comunità civile e non esclusivamente come comunità di fedeli»: la sociologa bresciana Laura Mentasti, affiancata da Lara Clementi, motiva così la sua necessità di lanciare una raccolta firme. Con un breve testo diffuso sulle chat e con la limitazione alla sola giornata di ieri, 21 settembre  (dalla mattina alla sera), l’appello ha riscosso centinaia e centinaia di adesioni, oltre 700.

«Ci sono, nelle comunità territoriali, persone preziose, capaci di unire, al di là delle credenze religiose e delle differenze sociali – esordisce il testo -, persone che credono fortemente nella pace, nella solidarietà, nel riconoscimento e nell’accoglienza reciproca e che praticano questi valori tutti i giorni, li testimoniano attimo per attimo con la loro vita. Una di queste persone preziose è don Fabio Corazzina. Conosciamo da molti anni don Fabio, punto di riferimento importante per moltissime persone, in particolare in un momento in cui sempre più sembrano prevalere la voglia di imbracciare le armi dell’odio, dell’insofferenza, del voltarsi dall’altra parte davanti alle discriminazioni, alle ingiustizie e alle sofferenze».

Punto di riferimento, come detto, anche per chi non appartiene alla collettività cristiana ma che con questa ne ha condivide i valori, come dimostrano le firme di tanti cattolici arrivate all’appello che così si conclude: «Abbiamo sentito l’urgenza di metterci ancora una volta al suo fianco, nel momento in cui sta subendo attacchi tanto dolorosi quanto strumentali. A lui va, in questo momento difficile, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto di donne e uomini che credono con lui in un altro mondo possibile». Questa presa di posizione quindi non vuole toccare gli aspetti liturgici, che invece vengono affrontati da don Mario Neva, che con un post su Facebook, precisa: «Il vescovo ha un ruolo decisivo e irrinunciabile nella chiesa, a lui spetta il compito, insieme agli altri vescovi uniti intorno al Papa, il governo della chiesa. Soprattutto nella questione sacramentale, che non è una questione di forma ma di sostanza, essendo la liturgia una azione umana e divina, ovvero, detto con linguaggio conciliare, fonte e culmine della vita della chiesa. Quindi, se il vescovo si è espresso occorre ascoltarlo. Mi auguro dunque che don Fabio, confratello carissimo, si scusi e faccia ammenda secondo la volontà espressa dal vescovo (già le salite sulla strada del ritorno, so per esperienza che sarebbero più che sufficienti)».

Ma don Neva non attacca don Fabio, che, riconosce ancora nel suo post, «non è certo uno sprovveduto e saprà spiegare al vescovo le sue ragioni, il suo amore per Cristo, la sua fede nel sacrificio eucaristico e nella presenza reale, il suo desiderio di vedere un cristianesimo incarnato nella vita, nella storia, capace di entrare nel cuore delle ingiustizie, dentro il cuore malato della violenza e della guerra. Un don Fabio a Brescia, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo».

Così la querelle prosegue, sui social, nelle chat e nelle lettere; la città osserva ma non solo perchè in tanti hanno preso posizione: gli attestati di solidarietà a don Fabio non sono mancati così non è mancato chi si è schierato dalla parte del vescovo, sacerdoti soprattutto. Manca adesso soprattutto la messa domenicale di don Fabio: alla parrocchia di Fiumicello appuntamento tra tre giorni alle 10.•. I.Pan. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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