L'INIZIATIVA

Volontari per la cultura 2023: entusiasmo e polemiche a Brescia

di Irene Panighetti
Nelle prime 24 ore erano arrivate 146 le adesioni, ma c'è chi critica: «Il lavoro va retribuito». Marina Rossi: «Sono due cose diverse»
Stanno arrivando le prime numerose adesioni di persone che vogliono collaborare con la Capitale della cultura
Stanno arrivando le prime numerose adesioni di persone che vogliono collaborare con la Capitale della cultura
Stanno arrivando le prime numerose adesioni di persone che vogliono collaborare con la Capitale della cultura
Stanno arrivando le prime numerose adesioni di persone che vogliono collaborare con la Capitale della cultura

«Centoquarantasei adesioni in meno di 24 ore dimostrano una grande volontà di partecipazione, un desiderio spiccato di mettersi al servizio della propria città donando il proprio tempo», valuta Marina Rossi, presidente di «Volontari per Brescia» che, insieme al Cvs, ha ideato il progetto «Volontari in città». Un progetto che chiede ai cittadini di candidarsi per mettersi a disposizione dell’anno della Capitale della cultura e far riuscire le tante iniziative in calendario. I due Comuni hanno accolto con favore questa iniziativa che tuttavia non è partita direttamente dalle amministrazioni. Eppure gli attacchi e le polemiche che hanno animato e continuano ad animare i canali social di Bresciaoggi sul post della notizia, sono diretti contro le amministrazioni e quelli pertinenti alla tematica, e non meri insulti sono di questo tenore: «il lavoro va pagato», scrivono in molti, soprattutto se rivolto ai giovani

«Il volontariato è volontariato»: la replica di Marina Rossi 

«Noi abbiamo ideato questa campagna per creare una rete di volontariato e non per altri motivi – continua Rossi – ci stiamo comportando allo stesso modo di quando abbiamo organizzato il volontariato negli hub vaccinali, che è andato benissimo e sul quale nessuno ha trovato nulla da obiettare. Il volontariato è volontariato, non è lavoro e lo fa chi lo desidera, senza alcuna costrizione ma proprio in nome di quel desiderio di mettersi a disposizione che sta caratterizzando i bresciani».

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Per regolamentare questa messa a disposizione, il progetto ha un vero e proprio codice etico «che abbiamo elaborato insieme ai sindacati, alla diocesi e ai soggetti interessati proprio per evitare problemi e polemiche», informa Rossi. Che cita le parole di questo codice: «Ci si riferisce al volontario come ad una persona che, per sua libera scelta, svolge attività in favore della comunità e del bene comune in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro. Nel contesto attuale, caratterizzato da molteplici forme di rapporti di lavoro e dalle difficoltà del post pandemia, le prestazioni dei volontari e delle volontarie devono inscriversi in modo incontrovertibile nella sfera della gratuità e della cittadinanza attiva, senza sovrapposizioni o sconfinamenti in ambiti di pertinenza di figure di altro genere, quali lavoratori o professionisti».


La piattaforma in cui iscriversi

Quindi chi vuole presentare la propria candidatura sappia dell’esistenza di questo codice etico e che non c’è alcun rimborso spese, la richiesta è di volontariato tout court, per tutto l’anno, dall’inaugurazione di gennaio alla chiusura. E’ stata creata la piattaforma raggiungibile all'indirizzo volontari.bergamobrescia2023.it al motto: Daga dèt (dal bresciano: Dacci dentro). 

Cercansi volontari per la Capitale della Cultura 2023

 

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