GARDONE RIVIERA. Ieri una ricognizione subacquea disposta dalla magistratura. Il tubo fognario sommerso sta sopportando una pressione 4 volte superiore al limite

Chiatta affondata:
ora la Procura
apre un'inchiesta

I sommozzatori del nucleo di Milano si immergono nelle acque Grandi manovre sul porto I Vigili del fuoco hanno gestito ieri  una serie di ricognizioni nei fondaliI mezzi mobilitati da giorni  Vertice volante degli operatoriIl luogo dell’affondamentoUn’ispezione alla chiatta
I sommozzatori del nucleo di Milano si immergono nelle acque Grandi manovre sul porto I Vigili del fuoco hanno gestito ieri una serie di ricognizioni nei fondaliI mezzi mobilitati da giorni Vertice volante degli operatoriIl luogo dell’affondamentoUn’ispezione alla chiatta
I sommozzatori del nucleo di Milano si immergono nelle acque Grandi manovre sul porto I Vigili del fuoco hanno gestito ieri  una serie di ricognizioni nei fondaliI mezzi mobilitati da giorni  Vertice volante degli operatoriIl luogo dell’affondamentoUn’ispezione alla chiatta
I sommozzatori del nucleo di Milano si immergono nelle acque Grandi manovre sul porto I Vigili del fuoco hanno gestito ieri una serie di ricognizioni nei fondaliI mezzi mobilitati da giorni Vertice volante degli operatoriIl luogo dell’affondamentoUn’ispezione alla chiatta

Luciano Scarpetta Doppia svolta nella vicenda della chiatta affondata nelle acque di Gardone Riviera che premendo su una condotta fognaria sommersa sta tenendo con il fiato sospeso il lago di Garda. L’incidente è finito sotto la lente della procura che ha disposto una ricognizione subacquea. Nelle stesse ore, alla luce dei due tentativi di recupero falliti la settimana scorsa, la prefettura di Brescia ha deciso di assumere il coordinamento delle operazioni attraverso un’unità di crisi. La task force si riunirà questo pomeriggio per esaminare il nuovo piano di recupero redatto dall’impresa proprietaria della bettolina carica di laterizi colata a picco davanti il porto del Casinò. Inizialmente fissato per stamattina, il terzo tentativo di far riemergere la chiatta o in subordine di liberare dal peso dell’imbarcazione il collettore ormai al limite della tenuta, slitterà come minimo a mercoledì. Sul fronte degli accertamenti giudiziari, ieri mattina alle 10 è scattata la ricognizione affidata ai Vigili del fuoco di Salò con il supporto del nucleo sommozzatori di Milano. «Effettueremo delle riprese in profondità per documentare lo stato della condotta e il posizionamento della barca affondata», hanno spiegato i capopattuglia. Nel pomeriggio sono scesi in acqua gli operatori del Nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda entrati nel team di soccorso come responsabili della Protezione Civile dopo il vertice convocato venerdì dal sindaco Andrea Cipani, per predisporre il cantiere subacqueo. «Il coordinamento della prefettura sarà strategico – ammette Cipani –. Al vertice erano presenti delegazioni di Guardia Costiera, Vigili del fuoco, Garda Uno, Protezione civile, i Volontari del Garda e l’esperto nautico dell’impresa impegnata nei lavori di ristrutturazione della villa a lago». I risultati delle ricognizioni subacquee verranno consegnate stamattina al prefetto. «Sulla scorta di quelle rilevazioni si deciderà quali soluzioni adottare per eliminare il pericolo di una rottura della condotta fognaria», afferma Giampiero Cipani. Nell’immediato, a differenza di quanto emerso venerdì, non sono previsti nuovi tentativi di recupero dell’imbarcazione affondata che con il suo opprimente peso ha trascinato ad una profondità di 30 metri la tubatura del collettore fognario. «Dalle informazioni in mio possesso – rivela Andrea Cipani –, mercoledì dovrebbe essere il giorno stabilito per le operazioni. Come già affermato fin dall’inizio dell’emergenza chi ha causato il danno dovrà proporre sotto nostro controllo la soluzione più idonea al recupero della chiatta». LA CHIATTA è affondata sopra la tubatura sommersa che trasporta i reflui fognari da Salò a Maderno. Se la tubatura si rompe si rischia un disastro ecologico. Fortunatamente non si registrano fuoriuscite e la tubatura secondo gli esperti ha retto quattro volte più del limite previsto. L’allarme è scattato domenica 26 novembre quando alcuni sub amatoriali immersi per un’escursione nello specchio d’acqua antistante il porto del Casinò a poche decine di metri dalla Torre San Marco, hanno segnalato la scoperta. Ora la magistratura ha deciso di fare chiarezza su alcuni aspetti ancora in parte oscuri: quando e in che circostanze è affondata la chiatta carica di laterizi? E soprattutto perché non è stata presentata nessuna denuncia di affondamento?. •

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