Emergenza terremoto a
Iseo per un’esercitazione
strategica

di Alessandro Romele
L’esercitazione andata in scena nel fine settimana ha coinvolto complessivamente 51 unità cinofile: trentasei da superficie e 15 da macerie Il reparto delle comunicazioni L’addestramento si è svolto fra i monti di Iseo e Polaveno Uno dei figuranti ritrovato sotto un crollo simulato dai cani In campo anche i mezzi Areu
L’esercitazione andata in scena nel fine settimana ha coinvolto complessivamente 51 unità cinofile: trentasei da superficie e 15 da macerie Il reparto delle comunicazioni L’addestramento si è svolto fra i monti di Iseo e Polaveno Uno dei figuranti ritrovato sotto un crollo simulato dai cani In campo anche i mezzi Areu
L’esercitazione andata in scena nel fine settimana ha coinvolto complessivamente 51 unità cinofile: trentasei da superficie e 15 da macerie Il reparto delle comunicazioni L’addestramento si è svolto fra i monti di Iseo e Polaveno Uno dei figuranti ritrovato sotto un crollo simulato dai cani In campo anche i mezzi Areu
L’esercitazione andata in scena nel fine settimana ha coinvolto complessivamente 51 unità cinofile: trentasei da superficie e 15 da macerie Il reparto delle comunicazioni L’addestramento si è svolto fra i monti di Iseo e Polaveno Uno dei figuranti ritrovato sotto un crollo simulato dai cani In campo anche i mezzi Areu

«Ore 6.45: sul territorio bresciano è stato avvertito un sisma di magnitudo 5.8. L’epicentro è stato localizzato a Iseo. La scossa ha provocato il crollo di edifici. Non si hanno indicazioni di eventuali dispersi».

Il lessico gelido e preoccupante di un dispaccio ha fatto scattare la mobilitazione delle unità cinofile da soccorso su monti fra Iseo e Polaveno. Un’esercitazione durata due giorni che non ha voluto lasciare nulla al caso - a partire appunto dalle comunicazioni -, con l’obiettivo di rendere quanto più realistiche le operazioni dei volontari. L’aspetto più delicato della formazione riguarda del resto proprio la differenza che passa da un campo di addestramento a un’operazione condotta fra le macerie di un vero terremoto.

L’iniziativa è stata promossa dall’Ucis - Unità cinofile italiane da soccorso della Regione Lombardia. Le squadre, per un totale di 100 operatori fra cinofili e addetti alla logistica di Protezione civile si sono mosse in località Santa Teresa, alle Piane di San Martino.

L’esercitazione, oltre all’equipe dell’Areu, ha coinvolto 10 gruppi bresciani e altri cinque provenienti da Bergamo, Como e Varese, con 51 unità cinofile, 36 da superficie e 15 da macerie. La mobilitazione è stata volutamente comunicato solamente con 24 ore di anticipo alle associazione per rendere quanto più reale possibile la simulazione. I soccorritori hanno avuto poco tempo per preparare l’attrezzatura necessaria, i mezzi ed i cani.

«La formazione e l’addestramento sono la nostra forza – ammette Davide Salvi, istruttore nazionale Ucis –: abbiamo bisogno di una platea di volontari ampia e preparata perchè come purtroppo dimostrano i terremoti in serie nel centro Italia, i fronti operativi si allargano». Al campo base sono stati impiegate 6 persone nel sala operativa per creare le squadre, 5 operatori alle telecomunicazioni, 4 per il settore sanitario.

«L’importanza di questo tipo di attività è palese – continua Davide Salvi –: l’affiatamento fra gli operatori è strategico. È come una squadra di calcio che ha bisogno di allenarsi e conoscere le prerogative di ogni componente. I volontari si conoscono ed imparano a collaborare. Le unità cinofile al lavoro, ogni volta, migliorano sempre più le prestazioni - ammette Salvi -, ma più in generale è l’intera macchina organizzativa ad oliarsi, per essere pronta ed efficiente quando bisogna intervenire».

LO SCENARIO delle operazioni ha avuto come epicento una vecchia fattoria ormai abbandonata e pericolante: qui i volontari hanno effettuato le varie operazioni per rintracciare tre figuranti rimasti sotto le macerie causate dai crolli dovuti all’ipotetico sisma.

In questi casi, avere una sala operativa per i coordinamento tra le forze impegnate è vitale.

«Teniamo in collegamento radio tutte le squadre sul posto ed i sanitari che sono chiamati al recupero dei feriti – ha sottolineato Diego Recenti, presidente del Cb Club Sebino –: in questa zona tra le altre cose non funziona la rete cellulare ed il nostro lavoro diventa fondamentale per evitare il caos organizzativo che, nella realtà, potrebbe succedere con un terremoto di queste proporzioni, in una zona lontana dai centri abitati».

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