Tremosine

L'appello dopo sulla frana sul Garda: «Fermatevi con la ciclovia: se ci fossero state delle persone sotto?»

di Luciano Scarpetta
L'appello di due associazioni contro il completamento della ciclabile del Garda
Frana Tremosine le immagini

Le due frane di sabato pomeriggio hanno riproposto le problematiche sulla realizzazione della futura ciclopedonale nell’alto Garda. 
«Fermatevi, finché siete in tempo», esorta la presidente di Italia Nostra Manuela Baldracchi. «La dimensione dell’evento ha sorpreso tutti, tanto più che quel versante è stato analizzato e monitorato da geologi e tecnici proprio in quest’ultimo periodo, nelle fasi propedeutiche alla progettazione della ciclovia e nemmeno loro hanno mai rilevato la possibilità di tale evento». 

Il timore che le si stacchino altre frane sul Garda

«Questa frana», continua Baldracchi, «si è staccata in un tranquillo giorno di sole invernale, non a ridosso di piogge e nemmeno di fenomeni di gelo-disgelo. In un giorno in cui la ciclabile, nel malaugurato caso fosse già stata realizzata, non sarebbe stata chiusa per maltempo. Ora ci chiediamo e chiediamo soprattutto a Fugatti (il presidente della Provincia autonoma di Trento, ndr) e agli amministratori che finora hanno ostinatamente fatto proseguire la progettazione esecutiva e l’appalto dei primi tratti: che fine avrebbero fatto i ciclisti e i pedoni lì sotto?».

Frana Tremosine

Perplessità sul tracciato arrivano anche dal Coordinamento interregionale per la tutela del Garda: «Questo segnale, fortunatamente senza vittime e danni, è un monito severo della natura che stiamo sfidando oltre ogni limite e deve far riflettere tutti coloro che hanno responsabilità nel progetto della ciclovia del Garda nell’alto lago. L’infrastruttura ciclopedonale dovrebbe essere agganciata prevalentemente a lato della strada 45bis, nuova o dismessa, o a sbalzo sulla roccia (con una sporgenza di cinque metri, ndr) e si esporrebbero i futuri utenti all’elevato, inevitabile pericolo geologico di crolli o frane». 

«È ineludibile», continua la disamina del Coordinamento, «constatare l’instaurarsi di condizioni climatiche sempre più straordinarie e pericolose per l’assoluta e ben nota fragilità del nostro territorio. Di questo devono prendere ormai atto i responsabili politici di Trentino, Veneto e Lombardia: decidano finalmente che la ciclovia del Garda nella parte settentrionale è irrealizzabile. Chiediamo perciò alla Provincia di Trento che si sospenda la costruzione della rimanente progettazione della ciclovia a sbalzo e si opti definitivamente per la via d’acqua, investendo il denaro pubblico in un servizio alternativo di qualità e sostenibile».


I sopralluoghi del tecnici: danni anche alle fognature

Ieri alle 10.30 la strada Gardesana nel territorio del Comune di Tremosine è stata riaperta al termine dei sopralluoghi dei tecnici incaricati da Anas, ente proprietario della strada. 

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Erano accompagnati dal sindaco di Limone Antonio Martinelli e dal vice Franceschino Risatti, dal sindaco di Tignale Daniele Bonassi e dalla polizia locale di Tremosine. Fortunatamente all’interno dei 1.883 metri della galleria “Tremosine” realizzata a fianco del vecchio, originale tracciato verso lago, non sono stati rilevati danni o cedimenti strutturali. 
Così a metà mattina, il traffico veicolare è tornato alla normalità in entrambi i sensi di marcia. Rimane invece ancora interdetto il primo tratto della Sp38, meglio conosciuto come «la strada della Forra», quello che dal bivio con la 45 bis giunge fino al secondo semaforo vicino al ristorante, in attesa del completamento delle verifiche dei geologi incaricati dalla Provincia di Brescia. 
Risolto quindi il problema delle code chilometriche in entrambi i sensi di marcia che si sono formate ieri fino a sera e hanno costretto molti automobilisti a tornare a casa passando dalla sponda veronese.

Passata quindi la paura, ora resta la conta dei danni.
In primis al depuratore a servizio dei Comuni di Tremosine e Limone, realizzato all’interno di una delle gallerie dismesse del vecchio tracciato della strada Gardesana, proprio sotto il fronte dei cedimenti rocciosi. 
«La frana», ha comunicato Acque Bresciane, ente gestore dell’impianto nelle ore immediatamente successive i distacchi parietali, «ha coinvolto anche il depuratore di Limone-Tremosine e l’ultimo tratto della rete di collettamento fognario. I tecnici di Acque Bresciane si sono subito attivati e grazie ai vigili del fuoco, che per motivi di sicurezza li hanno scortati sul posto, hanno potuto ispezionare l’impianto ed effettuare una prima valutazione dei danni. Nelle prossime ore seguiranno ulteriori controlli».

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