Il sindaco di Gardone Riviera, Andrea Cipani, ribadisce che il «Santa Corona di Fasano non diventerà un condominio residenziale». Trasformarlo in casa di riposo? «No, perché è impossibile ottenere gli accreditamenti». Quale, allora, il suo destino? «Prevalentemente turistico-alberghiera». L’ex ospedale per cardiopatici, che aveva un centinaio di posti letto e altrettanti dipendenti (2500-2600 i ricoverati nell'arco di un anno: trapiantati di cuore, post infartuati, operati di by pass o per sostituzioni valvolari), è chiuso dal 24 novembre 2004, la notte del terremoto. È di proprietà del Civile di Brescia, che ha chiesto alla Regione Lombardia di modificarne l’utilizzo, togliendo il vincolo di struttura sanitaria, in modo da far aumentare il valore dell’immobile, e venderlo a privati.
Lo scorso mese di dicembre il Pirellone ha accettato il desiderata, pubblicando sul Bollettino la modifica del Piano territoriale: il Santa Corona diventa un comparto «a destinazione prevalentemente turistico-alberghiera, con eventuale ampliamento fino a 300 metri cubi». E gli amministratori hanno recepito la decisione della Regione che, ripete Cipani, «ha efficacia vincolante sul nostro Pgt, e ne costituisce variante». I consiglieri Mario Quecchia e Giancarlo Maestri, area Pd, contrari, hanno presentato un’interrogazione urgente, oggetto di un’ampia discussione. Sull’area di 6.200 metri quadri, con ampio parco a lago, temono di veder nascere l’ennesimo condominio. «Non ci fidiamo - affermano - Chiediamo che venga predisposto un piano attuativo particolareggiato. Non vogliamo che l’operazione passi sopra le nostre teste: dal Civile di Brescia alla società Infrastrutture Lombarde, che vende alla Cassa Depositi e Prestiti. Bisogna introdurre strumenti di maggiore garanzia». L’assessore Elio Armellini spiega che «al momento, nel nostro Pgt l’ex ospedale è ancora classificato come struttura sanitaria. Chi lo acquisterà, dovrà firmare con noi una convenzione, e pagare una bella somma per ottenere il cambio destinazione, oltre al costo di costruzione e agli oneri di urbanizzazione. Parliamo di circa 500 mila euro». Che è poi la cifra promessa a suo tempo dalla Regione al Comune di Gardone per accettare l’operazione.S.Z.