Grandi opere

La Tav smonta la super-talpa Martina: il «grosso» del lavoro è fatto

di Alessandro Gatta
La gigantesca fresa ha scavato per quasi 10 chilometri in 4 anni nel sottosuolo fra Lonato e Desenzano
Smontata Per la talpa è missione compiutaA doppia canna Il tunnel, di fatto due gallerie affiancate, è stato scavato  per un totale di quasi 10 chilometri
Smontata Per la talpa è missione compiutaA doppia canna Il tunnel, di fatto due gallerie affiancate, è stato scavato per un totale di quasi 10 chilometri
Smontata Per la talpa è missione compiutaA doppia canna Il tunnel, di fatto due gallerie affiancate, è stato scavato  per un totale di quasi 10 chilometri
Smontata Per la talpa è missione compiutaA doppia canna Il tunnel, di fatto due gallerie affiancate, è stato scavato per un totale di quasi 10 chilometri

L'ultimo ballo della talpa Martina. Dopo aver concluso lo scavo della seconda canna (da 4,782 km: binario pari) della galleria naturale tra Lonato e Desenzano, la fresa Tbm (Tunnel boring machine) da 1.750 tonnellate di peso e 150 metri di lunghezza è in fase di smontaggio, un pezzo alla volta, nel cantiere Tav in località Serraglio a Desenzano.

"Martina" torna a casa

Terminate le operazioni, come da contratto, la talpa sarà restituita da Cepav Due al suo produttore cinese, la China railway engineering group. Messa in moto a Lonato nell'ottobre 2020, «Martina» è arrivata in fondo alla prima canna (da 4,751 km) nel settembre di due anni fa, poi smontata e rimontata di nuovo a Lonato per lo scavo della seconda canna, concluso il 21 febbraio scorso.

La galleria naturale fa parte del «Sistema Lonato», un impianto da 7,95 km comprensivo di trincee in entrata e in uscita da 265 e 122 metri e gallerie artificiali (si scava in trincea e poi si ricopre) da 1.425 e 1.356 metri alle due estremità, a Campagna di Lonato e al Serraglio di Desenzano, che ora sono a loro volta in corso di completamento

Il lavoro della talpa

In pratica la «talpa» ha scavato il sottosuolo delle colline moreniche per quasi 10 chilometri e asportando circa oltre 800 mila metri cubi di materiale di scavo fra terra e ghiaia. «I lavori alla galleria naturale - fa sapere Cepav - proseguiranno nei prossimi mesi con la realizzazione di 11 bypass, gallerie di collegamento tra le due canne di lunghezza di circa 20 metri, e delle nicchie adibite agli impianti tecnologici: verranno completati con la posa dell'armamento ferroviario e l'installazione della parte tecnologica». Non senza intoppi il cammino di Martina.

Fin dall’appalto dei lavori: un primo bando per l'assegnazione era andato deserto nel 2019 con nessuna impresa interessata alla commessa, e un secondo aggiudicato al minimo ribasso (lo zero virgola in meno) e una sola offerta, da parte della Seli Overseas che ha poi avuto l'appalto per 206 milioni di euro, il più costoso singolo appalto dell'intera tratta Brescia Est-Verona (che costerà 2,8 miliardi, in parte finanziati dal Pnrr).

Gli incidenti di percorso

Incidenti di percorso, eccome, sia in andata che ritorno: nel 2022, durante lo scavo della prima canna, si verificò uno sprofondamento del terreno a San Cipriano di Lonato, con 4 lavoratori feriti e una voragine da 34 metri. Nel novembre scorso, il bis: ancora a San Cipriano, ma a Desenzano, ingenti quantità di materiale schiumogeno utilizzato negli scavi travolse l'agriturismo Corte Aurea, sommergendo la piscina, il giardino e uno storico vigneto coltivato anche a groppello, provocando inoltre il cedimento di parte della strada comunale.

Nel mirino anche il parziale prosciugamento di una falda tra le colline del Tiracollo e la vicina zona artigianale: almeno 4 gli acquiferi interferiti dai lavori nel tratto gardesano della nuova linea (anche al Lavagnone, a Venzago e Bornade).

Capitolo chiuso

«L'attività di perforazione della galleria - spiega Cepav – ha prodotto materiali di scavo per circa 800 mila metri cubi, di cui una parte riutilizzata nelle attività di costruzione della linea e il resto conferito in cave del territorio». Tutto intorno, intanto, si lavora senza sosta: la Brescia Est-Verona è al 63% (da Pnrr era atteso il 67%), la messa in esercizio entro giugno 2026. L’utilità dell’opera si valuterà poi, quando funzionerà.

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