ambiente e natura

Pesce siluro nel Garda: anche la Rai alza le antenne

di Luciano Scarpetta
Dossier in prima serata sulle specie «aliene» che invadono il lago più grande d’Italia e sulla difesa dei pesci autoctoni

Il rispetto del lago passa anche attraverso iniziative come il ripopolamento ittico. Una pratica frequente sul Garda per contrastare l’involuzione numerica delle varie specie, in qualche caso determinata da fattori naturali (comprese le specie ittiche alloctone), dalla pesca e da fattori ambientali come l’inquinamento. Martedì pomeriggio sono stati seminati nella zona dei canneti del basso lago circa 30 mila avannotti di luccio («cuccioli» a sacco vitellino riassorbito) ad opera dei volontari e tecnici dell’associazione qualificata regionale Upbs. l’Unione pescatori bresciani, che gestisce l’incubatoio regionale di Desenzano. Operazione questa che segue di qualche settimana la semina nel medio lago di 200 mila trote accresciute, delle dimensioni tra i 5 e gli 8 centimetri. Altre sono ancora in accrescimento sempre nell’incubatoio desenzanese e verranno rilasciate in seguito al pari di tinche e persici.

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Un tema, la necessità di ripopolamento per mano dell’uomo, che balza all’attenzione nazionale. Alla voce «specie alloctone», una troupe della trasmissione «FarWest», condotta su Rai 3 da Salvo Sottile ogni lunedì in prima serata, sarà giovedì sul lago di Garda per un reportage sui siluri. Saranno accompagnati in barca da Maurizio Scarmigliati dell’Unione pescatori sportivi del Garda e da un pescatore professionista: proveranno a catturare uno di questi esemplari purtroppo sempre più presenti anche nel più grande lago d’Italia.

Alla ricerca del siluro

«Siamo stati contattati nelle scorse settimane e l’intendo è quello di provare a capire la situazione delle specie ittiche alloctone presenti nel nostro lago - anticipa il vice presidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni -. Nel merito, non è ancora possibile stabilire con certezza l’impatto di questa specie. Manca un censimento e i dati in nostro possesso si basano solo sul pescato dei professionisti.

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Nel merito, così come di altre questioni benacensi, lo scorso febbraio in occasione dell’incontro con i tre assessori regionali alla pesca svolto proprio all’incubatoio di Desenzano, la Comunità del Garda aveva chiesto la gestione diretta delle acque del lago, in stretta collaborazione con le Regioni e la Provincia di Trento per garantire una supervisione a km/0. Attendiamo una risposta. Abbiamo persone e associazioni che si danno da fare, mancano le autorizzazioni. Abbiamo necessità di fare sintesi per affrontare le problematiche del lago, siluri compresi».

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