La sintonia tra i due era già totale in ambito sociale ed ora stima e amicizia sono sfociate anche in una scommessa imprenditoriale: la creazione di un gin made in Garda. Lui è Alessandro Bussi, 31 enne di Toscolano Maderno infermiere in città e attivissimo con la Noha, organizzazione no-profit in ambito socio-sanitario, culturale e ambientale. Lei si chiama Mariagrazia Prandini, figura di riferimento Unicef più autorevoli in ambito provinciale.
L’azzardo nasce nella scorsa primavera, tra conversazioni pandemiche e progetti esteri di missioni sanitarie: «Quasi per ripicca, quasi ad esorcizzare le preoccupazioni del Covid 19, ricordavamo la storia del gin, in origine preparato dei monaci della Scuola medica salernitana, per combattere febbre e malaria. Da lì l’idea di creare una start up anche come antidoto per ribellarsi allla pandemia».
RiBa il gin del Garda
Il risultato è «RiBa», dry gin del lago di Garda «nato dall’infusione delle balsamiche erbe benacensi con l’effluvio d’arancia, cedro e limone delle secolari serre che terrazzano la costa bresciana. Una fragranza - sottolineano gli ideatori - suscitata da un tocco di zenzero che lo rende incantesimo fermentato». Gli ingredienti sono a kilometri zero: ? «Entrambi legati al Garda abbiamo individuato la base della nostra “Brezza gardesana” nelle erbe botaniche da alcuni produttori biologici. Per gli agrumi ci riforniamo da produttori locali dell’alto Garda». Tutto viene poi elaborato nella distilleria artigianale Novelli di Sant’Eufemia a cui Prandini e Busi hanno affidato le materie prime. Il primo stock di 500 bottiglie è già stato prodotto in questi giorni: «Sarà destinato alla promozione e come omaggio a chi in questi mesi ci ha incoraggiato e sostenuto».