il caso

Ospitaletto, Casa di riposo senza pace: il parroco si autosospende

di Cinzia Reboni
Un'uscita di scena che sta già facendo rumore: don Adriano Bianchi si è «autosospeso» da membro del Consiglio di amministrazione della Rsa Serlini

Un'uscita di scena che sta già facendo rumore. Il parroco di Ospitaletto don Adriano Bianchi si è «autosospeso» da membro del Consiglio di amministrazione della Rsa Serlini.

Un segnale necessario

Con una lettera inviata al presidente della Fondazione Gian Battista Garza - che, da statuto, terminerà il suo mandato domenica 28 -, ai membri del Cda e al sindaco Laura Trecani, il parroco richiama la sua scelta ai «fatti ormai noti», ritenendo «necessario e doveroso questo segnale, con l'auspicio che presto si possa tornare a lavorare in un clima più sereno».

I fatti "noti"

I fatti «ormai noti» sono lo tsunami che si è scatenato dopo la decisione del sindaco di revocare, nel novembre scorso, il mandato ai tre membri del Cda di nomina comunale - il presidente Gian Battista Garza, il vice Francesca Ferraresi e il consigliere Germano Bettoncelli - maturata in seguito all'affossamento da parte della maggioranza del progetto di partenariato pubblico privato per costruire il nuovo Centro multiservizi per anziani.

Da quel momento si è aperta una vertenza che ha visto da una parte il commissariamento della Fondazione Serlini, e dall'altra un'ordinanza del Tribunale che ha stabilito l'inefficacia della revoca per illegittimità. In mezzo, la nomina a dicembre di tre membri «sostitutivi», poi bloccati dall'esito del Tribunale, ma ora riconfermati dal sindaco in virtù della scadenza del mandato del Cda.

La posizione di don Adriano

«Il persistente clima di tensione che si respira a Ospitaletto tra la gente e le istituzioni circa la gestione e il futuro della Rsa mi impone in questi giorni una riflessione circa il ruolo della parrocchia, e nello specifico del mio quale membro di diritto del Cda - scrive don Bianchi -. Premesso che la parrocchia non intende sottrarsi al ruolo che nel tempo la comunità le ha conferito a tutela degli anziani e dei dipendenti, registro oggi il mio disagio e l'impossibilità a esercitare un ruolo di conciliazione e di mediazione tra le parti che miri ad una più serena gestione di questa nostra istituzione».

Don Adriano Bianchi non si schiera apertamente, ma ricorda che «nel periodo natalizio ho speso qualche parola, anche in pubblico, su questa vicenda quando a rischio c'erano gli stipendi dei dipendenti, auspicando un accordo tra le parti che non ha avuto esito positivo. «Personalmente mi sento moralmente obbligato a far sì che questa situazione non sia strumentalizzata e non crei ulteriori divisioni nella comunità. Al momento dell'insediamento del nuovo Consiglio - conclude il parroco - farò poi le mie valutazioni».

L’appello inascoltato

Le parole di don Bianchi sono rimaste finora inascoltate. Anzi, il sindaco ha già presentato un contro-ricorso al Tribunale. Sulla tutta la vicenda «pesa», e non poco, anche la richiesta di indennizzo da parte della Fondazione per 690 mila euro in seguito alla bocciatura del progetto del Centro multiservizi anziani.

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