verso il 25 aprile

Revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini: Nave e Rodengo Saiano pronti al voto

di Marco Benasseni e Fausto Scolari
Sabato e lunedì i due consigli comunali procederanno con l'esame in aula. «Fu imposta dal Prefetto nel 1924. Non si tratta di cancellare la storia ma scrivere una nuova pagina»
La cittadinanza onoraria a Mussolini fu imposta dal prefetto
La cittadinanza onoraria a Mussolini fu imposta dal prefetto
La cittadinanza onoraria a Mussolini fu imposta dal prefetto
La cittadinanza onoraria a Mussolini fu imposta dal prefetto

Altri due Comuni bresciani si preparano a chiudere i conti con una pagina nera della storia italiana: Nave e Rodengo Saiano revocheranno la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.

Nave, esame in aula lunedì 22 aprile

Nella prossima seduta del Consiglio comunale, convocata lunedì alle 20,30 l'aula di Nave voterà la revoca della cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini. Il libro «La Valle del Garza e il Bresciano in camicia nera, 1919-1939», pubblicato dalla sezione Anpi nel maggio 2022 ed una ricerca d'archivio del Comune hanno portato alla luce la delibera del Prefetto del 15 maggio 1924 che conferiva l'onorificenza al Duce.

«La cittadinanza onoraria non fu una libera scelta di un consiglio comunale di eletti rappresentativi della popolazione, ma un atto imposto specchio del clima di totalitarismo del nascente regime fascista - spiega il consigliere Luca Senestrari -. Pochi giorni dopo, il 10 giugno 1924, venne assassinato Giacomo Matteotti, a causa delle denunce dei soprusi del regime».

L'esame in aula della revoca sarà preceduto dall'intervento di Claudia Baldoli, docente di storia contemporanea all'Università di Milano poi sarà aperto il dibattito consiliare.

«Non si tratta di rievocare, ma di conoscere. Non cancellare, ma scrivere una nuova pagina, alla luce di una ricerca storica che continua, anche sugli anni del Ventennio, a fornire spunti di amare riflessioni - ha detto il sindaco Matteo Franzoni -. Crediamo sia necessario ribadire che Nave è figlia di una storia antifascista e democratica che basa sulla Costituzione Repubblicana le proprie basi di convivenza e inclusione sociale, tutto il contrario quindi di quanto esprime una cittadinanza onoraria a Mussolini che si rese responsabile della promulgazione di leggi razziali e liberticide».

Rodengo Saiano decide sabato 20 aprile

La sindaca Rosa Vitale ha convocato la riunione del consiglio comunale per sabato 20 aprile alle ore 9,30.  «Scrutando le carte dell’Archivio Storico del Comune di Rodengo Saiano, alcuni mesi fa - commenta - è emerso il documento attestante che anche a Rodengo, come in tanti altri comuni Italiani, nel 1924 era stata conferita dal Commissario in carica la Cittadinanza Onoraria a Benito Mussolini. Proprio nel 1924, a due anni dalla marcia su Roma, Benito Mussolini sciolse la Camera dei Deputati e dovette affrontare la campagna elettorale cercando di allargare il più possibile il suo consenso. Fu il deputato Giacomo Acerbo ( lo stesso che propose la legge elettorale che permise l’ascesa di Mussolini al governo) ad emanare una circolare indirizzata all’Associazione nazionale dei Comuni fascisti, affinchè il maggior numero di Comuni concedesse la Cittadinanza Onoraria a Mussolini. Un ‘operazione che non nasce dalla volontà della comunità, ma calata da Roma, con un gesto che si inquadra in una politica antidemocratica che avrà poi come diretta conseguenza l’abolizione del Consiglio Comunale come organismo elettivo e la nomina di un Podestà dal Prefetto della provincia».

A 100 anni da quell'evento, quindi, «non si vuole cancellare la Storia, ma ristabilire l’autonomia dell’Ente Locale, cancellando l’imposizione fascista che ha travolto le istituzioni». «Mantenere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini non rende onore a coloro che sacrificarono la propria vita per la libertà di cui oggi possiamo godere e offende la comunità intera di Rodengo Saiano che ogni anno, in occasione del 25 aprile, onora i suoi martiri» . 

Tolta la cittadinanza a Mussolini, il consiglio comunale sarà poi chiamato a conferirla al partigiano Giovanni Battista Vighenzi.

 

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