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SALO'
La città del turismo dolce

di Pietro Gorlani
Il lungolago di Salò
Il lungolago di Salò
Il lungolago di Salò
Il lungolago di Salò

A vederlo così, baciato dal sole, attraversato da centinaia di turisti sorridenti, lambito da un lago che quest’anno è in ottima salute (per via dell’altezza del suo livello), Salò non richiama di certo quell’idea decadente che ci si crea abbinando il suo nome a ben tristi vicende storiche (leggi repubblica sociale italiana di Mussolini, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945). Certo è che tra i Comuni gardesani, tutti a vocazione turistica, Salò ha caratteristiche singolari. Meta prediletta di anziani «signori» e famiglie benestanti, di un turismo poco chiassoso (si vede anche dalla tipologia di strutture ricettive: 20 alberghi, uno solo be&breakfast, 3 soli agriturismi), è stato scelto come nuova residenza da molti over 65 provenienti dalla città, ma anche da Lumezzane o dalla Valsabbia. Qualcuno in paese giura che i salodiani doc, quelli con nonni e bisnonni nati in paese, non siano più di quattrocento, condensati tutti nel centro storico. Qualcuno lamenta la difficile integrazione tra i nuovi «arrivati» e gli abitanti storici, nonostante sia buon incentivo all’aggregazione la presenza di 53 associazioni di volontariato, culturali, sportive, ambientaliste. Salò non ha conosciuto il boom demografico di altre comunità: rispetto al 1971 il numero degli abitanti è aumentato di un nonnulla (200 in più) conoscendo addirittura un calo di residenti tra gli anni Ottanta e Novanta. I motivi? Diversi e complessi. Ma indubbiamente ha pesato l’assenza di importanti attività industriali e artigianali (fatta eccezione per la Tavina) oltre ad un comparto turistico mai portato all’eccesso. Controprova della scarsa offerta occupazionale? Il basso numero di stranieri: sono 742, poco più del 7,5% della popolazione residente: una percentuale inferiore alla media provinciale (11%). In paese sono tutti d’accordo: negli ultimi quattro anni, qualcosa è cambiato. Il terremoto del 24 novembre 2004, ha si messo in ginocchio la cittadina ma per certi versi è stato anche occasione di rilancio: in tempi record sono partite le ristrutturazioni delle abitazioni danneggiate e degli edifici pubblici (grazie anche ai fondi arrivati da Regione e governo), dando nuovo impulso all’economia locale. Il palazzo comunale ad esempio, grazie ad un intervento da 7 milioni di euro è tornato all’antico splendore. Non che negli ultimi tre decenni non sia mancata una prolifica attività edilizia fatta soprattutto di seconde case ma il futuro prossimo sembra proprio riservare una nuova e più fiorente «era del mattone». Salò è sempre più ambito come meta residenziale e i costi delle case hanno raggiunto cifre stellari: in media 3400 euro al metro quadro con punte di 4mila o 4300 per le ville più signorili. E costo delle case ed eccessiva cementificazione sono i problemi maggiormente sentiti dai residenti. Caso strano: nessuno in paese accenna al problema sicurezza, nonostante l’indice di reati contro il patrimonio accertato dalla procura generale di Milano dia un valore di 2,15 contro una media regionale (per città tra 10mila e 40mila abitanti) di 0,62. Nessuno accenna alla bassa percentuale di raccolta differenziata (26% nel 2006) di 6 punti inferiore alla media provinciale.

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