Rifiuti, viaggio sulla strada della vergogna

di Alessandro Romele
La decomposizione dei rifiuti crea talvolta un vero e proprio strato di sostanza fluida sull’asfalto Carta da macero abbandonataI cartelli di divieto non bastanoI furbetti dell’immondizia gettano i sacchetti dalle auto in corsa deturpando l’ambiente del Sebino La  provinciale 510 deturpata da ogni tipo di scarti domestici
La decomposizione dei rifiuti crea talvolta un vero e proprio strato di sostanza fluida sull’asfalto Carta da macero abbandonataI cartelli di divieto non bastanoI furbetti dell’immondizia gettano i sacchetti dalle auto in corsa deturpando l’ambiente del Sebino La provinciale 510 deturpata da ogni tipo di scarti domestici
La decomposizione dei rifiuti crea talvolta un vero e proprio strato di sostanza fluida sull’asfalto Carta da macero abbandonataI cartelli di divieto non bastanoI furbetti dell’immondizia gettano i sacchetti dalle auto in corsa deturpando l’ambiente del Sebino La  provinciale 510 deturpata da ogni tipo di scarti domestici
La decomposizione dei rifiuti crea talvolta un vero e proprio strato di sostanza fluida sull’asfalto Carta da macero abbandonataI cartelli di divieto non bastanoI furbetti dell’immondizia gettano i sacchetti dalle auto in corsa deturpando l’ambiente del Sebino La provinciale 510 deturpata da ogni tipo di scarti domestici

Qualcuno l’ha già ribattezzata la «via crucis del degrado». Le 16 aree di sosta che scandiscono il segmento della sp 510 tra Marone e Sulzano sono diventate microdiscariche. È come se un’astronave-spazzina fosse esplosa spargendo a pioggia il suo carico di rifiuti urbani. Il campionario di immondizia è praticamente senza fine: bucce di banane, involucri di alimenti, contenitori in plastica e vetro, latte di vernici esauste, cataste di documenti di uffici destinati al macero, cartoni per alimenti da asporto, calzature, capi di abbigliamento e persino piume di galline, enteriora di animali, fluidi collosi e maleodaranti probabilmente prodotti dalla decomposizione dei rifiuti. Lo spettacolo che si presenta ai margini della carreggiata che corre subito dopo le gallerie, scendendo verso Iseo è indegno di un Paese civile. Ma del resto nella nostra provincia non esistono più santuari inviolabili per i furbetti dell’immondizia. MA AL NETTO dell’inciviltà dilagante, sullo sfondo c’è la vergogna di chi dovrebbe occuparsi di bonificare la strada ovvero la Provincia rimasta sorda per il momento alle segnalazioni di una situazione che non è solo un problema di decoro, ma anche di igiene. Eppure, nell’area del Sebino, i Comuni, nel corso degli ultimi anni - anche grazie all’effetto Christo, che ha aumentato esponenzialmente il numero di visitatori e turisti e reso più cogente la necessità di tutelare l’immagine del territorio – hanno impresso un giro di vite alle discariche abusive, posizionando – è il caso di Iseo – fototrappole per incastrare gli incivili. Ma sono stati aumentati anche i passaggi della raccolta differenziata per mitigare la tentazione di sbarazzarsi in modo non consono dei rifiuti e riammodernate le discariche comunali. In campo sono scese anche le associazioni di volontariato per opere di pulizia e per promuovere la cultura ambientale. Ma la piaga di rifiuto-selvaggio dilaga. La speranza è che la Provincia promuova rapidamente un’operazione di bonifica, per tutelare un comprensorio ricco di bellezze naturalistiche che rischia di sperperare il patrimonio di immagine turistica lasciato in eredità da Christo. •

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