IN TRIBUNALE

Braone, sonnambulo cerca di uccidere la moglie e poi si lancia nel vuoto: assolto

Il 4 gennaio 2021 il cinquantenne aveva provato a soffocare la donna con un pile. Accolta la tesi secondo cui al momento dei fatti l'uomo non era del tutto cosciente
Una veduta del tribunale
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E' stato assolto il cinquantenne di Braone, in Valcamonica, che nella notte del 4 gennaio del 2021 da sonnambulo ha provato a soffocare la donna con cui era sposato e che una volta svegliatosi aveva aperto la finestra di casa gettandosi dal terzo piano.

E' caduta dunque l'accusa di tentato omicidio. Secondo il perito, che si era espresso nell'ultima udienza dello scorso 15 dicembre, l'uomo non soffriva di alcuna patologia in grado di renderlo incapace di intere e volere, ma non era «del tutto cosciente» quando era entrato nella stanza della moglie cercando di ucciderla con un indumento in pile. Stessa tesi anche per il consulente della difesa e  per il pm, che ha chiesto l'assoluzione dell'uomo.

«Mi sono messa a urlare chiamando mio figlio - aveva raccontato la donna  - Mio marito si è girato e non sembrava nemmeno lui. L'ho visto mettersi le mani nei capelli e poi lasciare la stanza per raggiungere la finestra e lanciarsi nel vuoto». 

Svegliato da un morso della moglie e dopo essersi reso conto della gravità di quanto fatto, il 58enne quella notte si lanciò dal terzo piano e si fratturò entrambe le gambe. Rimase piantonato in ospedale per quattro mesi. La donna non ha mai pensato che volesse ucciderla e per questo non si è costituita parte civile contro di lui

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