il progetto

Il rilancio di Montecampione scommette sul casinò

di Domenico Benzoni
L’idea è venuta all’impresa al lavoro nel restauro edilizio nell’area del Plan ed è sul tavolo del Comune di Artogne
L'albergo  del Plan a quota 1800 in fase di ristrutturazione
L'albergo del Plan a quota 1800 in fase di ristrutturazione
L'albergo  del Plan a quota 1800 in fase di ristrutturazione
L'albergo del Plan a quota 1800 in fase di ristrutturazione

Sorvolando su Montecarlo o San Marino, in Italia ci sono quelli de La Vallée a Saint Vincent, quello di San Remo, di Venezia e di Campione d’Italia. E se anche a Montecampione, nel Comune di Artogne, si aprisse un casinò? Sull’onda delle azioni che si stanno attuando o solo pensando per di rilancio della stazione turistica è stata messa sul tavolo anche questa idea. A lanciarla è il referente della Dattilo costruzioni, l’impresa che per conto della Montecampione srl sta ristrutturando l’albergo del Plan a quota 1800, e che da qualche tempo ha iniziato a guardare anche alla rinascita dell’hotel del villaggio di quota 1200. Ed è proprio nell’ambito del progetto di recupero di quest’ultimo immobile che la società potrebbe valutare l’idea di aprire un casinò.

Se sub licenziatario o proprio non si sa, ma trattandosi di una operazione imprenditoriale, la preferenza dovrebbe andare verso la seconda soluzione. Ovviamente al momento siamo solo alle idee, considerato che prima di intervenire nella ristrutturazione l’attuale proprietà dovrà sanare una serie di situazioni legate a interventi edilizi effettuati in passato e difformi a quanto depositato in Comune negli anni Settanta. Ma una volta regolarizzati gli abusi, l’amministrazione di Artogne potrà entrare nel merito del progetto che già si trova negli uffici comunali.

Come si diceva, un casinò, ma anche una «salus per aquam», ovvero una spa dove oggi c’è la piscina abbandonata, che verrebbe ridimensionata per fare spazio ad appart-hotel; e poi una serie di modifiche interne per rendere più fruibile l’albergo e l’area ristorazione, col mantenimento delle 128 camere attuali. «Stiamo facendo di tutto per dare alla struttura una nuova vita - spiega Bruno Dattilo, colui che ha aperto lo scenario - con l’obiettivo di favorire nuove presenze a Montecampione».

Un’estate ad alta quota

Quanto ai tempi, l’imprenditore preferisce non sbilanciarsi, dato che tutto dipende dai rapporti con l’ente pubblico che rilascia le licenze. La speranza è di poter aprire il cantiere di 1200 tra un paio d’anni. Intanto, superato l’inverno, si proseguirà nel recupero del complesso Le Baite a quota 1800 con la creazione di 220 posti letto alberghieri e di appartamenti da mettere in vendita. E non si esclude che per agosto si possa iniziare ad aprire qualcosa come il bar, proprio per dare un primo segnale di rinascita.

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