valcamonica

Edolo, in paese è sbarcato il 5G ma l’antenna crea malumori tra i residenti

di Lino Febbrari
Un mini comitato nato tra i residenti ha appena iniziato a raccogliere le firme: il primo obiettivo è sensibilizzare sui rischi correlati all’inquinamento elettromagnetico
Edolo. La nuova antenna telefonica per la rete 5G
Edolo. La nuova antenna telefonica per la rete 5G
Edolo. La nuova antenna telefonica per la rete 5G
Edolo. La nuova antenna telefonica per la rete 5G

Succede da anni, anzi, da decenni, a fronte di molte installazioni come più che lecita reazione ai giustificati timori per l’inquinamento elettromagnetico. E sta succedendo anche in questi giorni a Edolo, dove la collocazione di una nuova, grande antenna-ripetitore telefonico per la nuova banda 5G sta suscitando parecchia preoccupazione tra diversi cittadini.

L'antenna

In particolare tra quelli residenti a breve distanza dal manufatto «spuntato» all’improvviso alla fine del 2023 in una piccola porzione dell’area industriale in cui si trova il centro comunale per il conferimento dei rifiuti che ospita anche la centrale del teleriscaldamento. Potrebbe sembrare uno spazio adeguatamente isolato, ma in realtà alcune persone si sono mobilitate e hanno chiesto chiarimenti ed espresso i loro timori all’amministrazione civica sui possibili danni che le emissioni elettromagnetiche potrebbero provocare alla loro salute.

La posa della torre metallica, alta più di 30 metri e di proprietà del gestore telefonico Wind3, è stata autorizzata dall’Arpa e da tutti gli altri enti che hanno competenza sui progetti di potenziamento della rete per le telecomunicazioni.

"Un'opera di pubblica utilità"

Questo perché i controlli preventivi effettuati sul progetto e i dati forniti in seguito dai tecnici attesterebbero la non nocività dei flussi. Stiamo parlando di un ripetitore, che dulcis in fundo, è stato tra l’altro ritenuto un’opera di pubblica utilità in un territorio che fa spesso i conti con le difficoltà dei collegamenti. Da parte sua il sindaco Luca Masneri dopo aver richiesto un parere legale ha sottolineato che il Comune (che incamererà circa una decina di migliaia di euro all’anno di affitto per il terreno) non avrebbe comunque potuto opporsi «perché il via libera compete agli enti superiori».

Masneri ha voluto anche rassicurare la popolazione che, proprio grazie agli studi effettuati prima dell’installazione «l’impianto è sicuro e una volta operativo le emissioni rientreranno nei parametri stabiliti dalla legge». Nonostante le rassicurazioni ricevute, nelle settimane scorse un mini comitato ha avviato una raccolta di firme limitata alla zona vicina all’installazione.

«La nostra iniziativa è finalizzata innanzitutto a capire quante sono le persone veramente interessate alla questione e a conoscenza dei possibili rischi connessi - racconta una donna che preferisce restare nell’anonimato -. Anche se i numeri finora sono bassi, contiamo che la petizione serva a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema e anche, ce lo auguriamo, per poter iniziare un dialogo con l’amministratore della società proprietaria».

Un’area in cambiamento

In quest’area alla periferia dell’abitato, situata a pochi passi dalla struttura mercatale coperta e dalla stazione ferroviaria, a breve è prevista l’apertura del cantiere di un intervento da quasi 30 milioni di euro: al posto dei vetusti capannoni ex Secol che verranno demoliti, e delle lastre di fibrocemento della copertura contenenti amianto che saranno smaltite in una discarica autorizzata, FerrovieNord intende edificare l’impianto per la produzione di idrogeno verde, il combustibile che andrà ad alimentare i treni ma anche gli autobus pubblici in servizio sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo. 

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