IL FOCUS

Valanghe, scatta l'allerta anche nel Bresciano. Il decalogo della sicurezza

di Lino Febbrari
Il responsabile del Soccorso Alpino: «Il kit di emergenza non è solo un obbligo di legge, ma uno strumento salvavita»
Le operazioni per liberare Alessandro De Marchi
Le operazioni per liberare Alessandro De Marchi
Le operazioni per liberare Alessandro De Marchi
Le operazioni per liberare Alessandro De Marchi

La neve è finalmente arrivata. I fiocchi regalati dal cielo la scorsa settimana hanno innalzato mediamente di 60 centimetri lo scarso manto bianco fino allora presente al passo del Tonale. A quote più elevate - ghiacciaio Presena, per esempio-, l’apporto delle precipitazioni è stato più significativo e in alcuni casi ha superato abbondantemente il metro. Con la neve purtroppo si sono registrate già le prime vittime della stagione invernale: due escursionisti sono stati travolti e uccisi da una valanga in Val Formazza.

Gli esperti spiegano che queste nevicate sono state accompagnate da forti raffiche di vento: la combinazione dei due elementi naturali ha contribuito a creare pericolosi accumuli. Perciò i distacchi di porzioni più o meno ampie di masse nevose non ancora assestate possono essere innescati semplicemente dal passaggio di uno sciatore o di un amante delle ciaspole o caspole. Premesso che quando le condizioni meteo non sono favorevoli e i bollettini indicano forte rischio di valanghe sarebbe meglio rinunciare all’escursione, i tecnici del soccorso alpino ribadiscono con fermezza a quanti non vogliono assolutamente rinunciare a dar sfogo alla loro passione i consigli elementari per affrontare in sicurezza una gita in alta quota o una semplice passeggiata con le racchette da neve.

I consigli

«Anche quest’anno come i precedenti stiamo lavorando molto sulla consapevolezza e sulla sensibilizzazione degli appassionati della montagna – spiega Pierangelo Mazzucchelli capo della V Delegazione Bresciana del Cnsas -. Che devono capire innanzi tutto che il kit di autosoccorso in particolare Artva, pala e sonda non bisogna averlo nello zaino esclusivamente perché è un obbligo di legge, ma perché sono strumenti salvavita».

Mazzucchelli insiste poi sul fatto che non è sufficiente essere in grado di utilizzare correttamente tali strumenti (in particolare l’Artva, dispositivo che emette onde radio in grado di individuare rapidamente una persona sepolta dalla neve ovviamente purché la stessa ne disponga e lo abbia acceso), ma che è assolutamente indispensabile anche imparare ad affrontare la montagna nei mesi invernali. «Dobbiamo renderci conto, per esempio, che un sentiero che percorriamo abitualmente d’estate non è detto che lo sia d’inverno. A dimenticare questo semplice concetto – si rammarica l’esperto - sono soprattutto i caspolatori e le persone che hanno poca esperienza della quota e della montagna, e tra loro ci sono, ahimè, anche molti scialpinisti».

Il decalogo

Riassumendo, prima di ogni uscita in ambiente innevato, anche quella che magari ci sembra estremamente facile, bisogna  consultare il bollettino che ci indicherà la situazione del rischio nella zona che abbiamo scelto, essere dotati degli strumenti sopracitati e, qualora decidessimo di affrontare un’escursione in un luogo impegnativo, rivolgiamoci a persone che la montagna la vivono quotidianamente: le guide alpine, in particolare. «Affidiamoci a loro che sono dei professionisti soprattutto se non abbiamo una preparazione fisica e tecnica sufficiente – raccomanda Mazzucchelli – e se non ci sentiamo sicuri di quello che stiamo per fare».

Suggerimenti