L'EMERGENZA

La Valcamonica ostaggio delle valanghe: a rischio 12 fronti

di Claudia Venturelli
L'area più critica è la valle di Lozio. Preoccupano la «quota neve», che è passata nelle ultime ore da 1.000 a 1500 metri, e l’innalzamento delle temperature, ma il pericolo sembra per ora limitato. La Comunità montana: «Eseguite nel tempo opere che mitigano il pericolo»
Pericolo valanghe: la Valcamonica «osservata speciale»
Pericolo valanghe: la Valcamonica «osservata speciale»
Pericolo valanghe: la Valcamonica «osservata speciale»
Pericolo valanghe: la Valcamonica «osservata speciale»

Dall’euforia dei gestori degli impianti di risalita alla preoccupazione il passo è stato breve anche se non scontato in Valcamonica. Le consistenti nevicate regalate dal colpo di coda dell’inverno che prolungheranno la stagione sciistica, stanno provocando problemi di sicurezza nel comprensorio camuno.

Sono dodici in Valcamonica le situazioni tenute costantemente sotto stretta sorveglianza per il pericolo valanghe, che rimane 4 forte su tutta l’area su una scala da 1 a 5. Da Ponte di Legno a Montecampione l’area più a rischio resta quella della valle di Lozio dove proprio dieci anni fa, sul finire di gennaio, la valle del Re aveva scaricato arrivando fino al parcheggio all’ingresso del paese. Dal Cimon della Bagozza alla val Baione fino alla Bacchetta, sotto queste montagne è un continuo boato. E basta alzare lo sguardo per scorgere la neve che scivola a valle, sembra una cascata che si innesca alla cima della montagna e compie continui salti di roccia. Alcune volte arriva ai piedi del massiccio, come successo ieri mattina a Sommaprada.

Il cumulo di neve è arrivato fino alle porte del paese, alle spalle della Casa della Sapienza, lungo la strada che porta alla falesia di arrampicata estiva.

Il bollettino

«Al momento il pericolo è limitato -spiega Giambattista Sangalli, responsabile servizio gestione territorio della Comunità montana-, ma la situazione è in evoluzione negativa». Pesano l’innalzamento della quota neve delle ultime ore, passato da mille a 1500 metri, e quello delle temperature.

«A Lozio ci sono quattro siti valanghivi di cui due, quello del Re a Villa e la val di Rina a Sommaprada, che interessano i centri abitati e la sottostante strada provinciale che li raggiunge dal fondovalle. Negli ultimi anni sono state realizzate alcune opere, come il vallo paravalanghe sul Re, che stanno mitigando il rischio». Ma l’allerta resta alta, con il nucleo tecnico di prevenzione valanghe di Regione Lombardia (di cui fa parte anche la Comunità montana di Vallecamonica) in costante collegamento con i tecnici comunali che monitorano minuto per minuto la situazione, anche attraverso i droni che risalgono anche i canali più stretti.

«Tuttavia non riteniamo ci sia un pericolo imminente -spiega ancora Sangalli-. In quota ci sono accumuli che arrivano fino a un metro/un metro e venti, partendo da zero perché prima non ha quasi mai nevicato. Ma si avvicina una nuova perturbazione nel fine settimana e questa potrebbe gravare su una situazione già di per sé instabile».

Il volo con la campana Daisybell

L’unica finestra di bel tempo è prevista per giovedì, quando anche l’elicottero dovrebbe alzarsi in volo con la campana Daisybell che provoca distacchi artificiali e per questo controllati lungo i pendii ritenuti dal nivologo della provincia di Brescia più pericolosi. Tra questi sicuramente i pendii del monte Trabucco lungo la provinciale 345, chiusa da domenica sera con ordinanza del Broletto dalla località Campolaro di Bienno. “Nelle ultime ore -spiega Federico Rota, nivologo incaricato - ci sono stati alcuni distacchi naturali ma non sono sufficienti a ritenere la strada in sicurezza». Strada che nel 2021 era stata interessata da una valanga di grosse proporzioni, arrivata fin sulla carreggiata che porta in Crocedomini. Per tutta la giornata di ieri sono rimaste chiuse le piste del Baradello in Aprica, le piste Serodine, Alpe Alta, Tonale Occidentale, Paradiso e ghiacciaio nel comprensorio di Pontedilegno-Tonale.

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