Materna statale, il trasferimento è in vista

di Domenico Benzoni
L’esterno dell’attuale scuola materna di Pisogne
L’esterno dell’attuale scuola materna di Pisogne
L’esterno dell’attuale scuola materna di Pisogne
L’esterno dell’attuale scuola materna di Pisogne

L’edificio che la ospita non è tra i più ampi per una scuola dell’infanzia che conta tre sezioni e una settantina di bambini. Aule piccole, salone comune ridotto, infissi vecchi e per finire anche un girdino non particolarmente grande. Così il Comune di Pisogne ha deciso di dare una nuova sede alla materna statale di via Isonni. Che si trasferirà nel piano seminterrato della attuale elementare, in via don Cagni. Fino a quattro anni fa in quei locali era ospitata la biblioteca, ma da quando questa ha trovato sede nel palazzo Corna Pellegrini in pieno centro storico, quella superficie è rimasta vuota. Quale posto migliore per trasferirvi anche l’ordine di scuola destinato ai più piccoli? Ha pensato l’amministrazione comunale a guida Laini. Si sarebbe così risolto il problema del degrado dello stabile che attualmente ospita la materna. I lavori di adeguamento del seminterrato di via Cagni sono in corso da agosto: ci vorrà ancora un poco di tempo, ma poi la materna statale avrà la sua nuova sede. La notizia non ha mancato di suscitare alcune prese di posizione da parte della minoranza consiliare, che tempo fa con una interrogazione ha chiesto informazioni in merito ad agibilità, certificato prevenzione incendi, rispetto delle norme igienico sanitarie. Con una considerazione finale: «Questi ambienti non possono ospitare i bambini». Immediata la risposta della vicesindaca Claudia Zanardini, che ha fatto presente come tutte le opere realizzate siano conformi alla normativa, che è stato migliorato il rapporto illuminometrico che prima era carente, che le vie di fuga rispettano la legge e che, sistemate pareti e pavimenti, presto si provvederà anche a definire lo spazio esterno per i bambini, così da avere tutto pronto per quando, in data da definire, la settantina di iscritti e le relative insegnanti potranno prendere possesso della nuova casa. INTANTO si pensa al riutilizzo dello stabile di via Isonni. Una volta libero potrebbe diventare un centro informazioni e di attrazione culturale dotato di uno spazio espositivo dedicato al Romanino. L’incarico per lo studio di fattibilità è già stato assegnato. Si tratta della premessa per poter chiedere i finanziamenti per la ristrutturazione e l’adeguamento funzionale. Il nome dato all’operazione è «Romanix», con l’amministrazione che spera così di accedere ai fondi dei Piani integrati per la cultura della Regione Lombardia, col supporto della Comunità montana del Sebino bresciano. •

Suggerimenti