«Non c’è la certezza che abbia sparato a Gazzoli: va assolto»

La sentenza sul caso di Giacomo Gazzoli potrebbe arrivare il prossimo 20 giugno in tribunale a BresciaGiacomo Gazzoli  indica il punto in cui il proiettile è penetrato nell’auto
La sentenza sul caso di Giacomo Gazzoli potrebbe arrivare il prossimo 20 giugno in tribunale a BresciaGiacomo Gazzoli indica il punto in cui il proiettile è penetrato nell’auto
La sentenza sul caso di Giacomo Gazzoli potrebbe arrivare il prossimo 20 giugno in tribunale a BresciaGiacomo Gazzoli  indica il punto in cui il proiettile è penetrato nell’auto
La sentenza sul caso di Giacomo Gazzoli potrebbe arrivare il prossimo 20 giugno in tribunale a BresciaGiacomo Gazzoli indica il punto in cui il proiettile è penetrato nell’auto

Da quattro anni è costretto a vivere su una sedia a rotelle dopo essere stato colpito alla schiena da un proiettile vagante che lo ha raggiunto mentre si trovava a Corteno Golgi al volante della sua automobile. Quello sparo che l’ha reso tetraplegico però potrebbe restare senza un responsabile. La procura di Brescia ha infatti chiesto l’assoluzione per il 31enne di Corteno Golgi finito a processo (si sta celebrando con il rito abbreviato) con l’accusa di avere ferito l’11 novembre del 2018 Giacomo Gazzoli, 75enne di Braone, raggiunto dal proiettile che aveva trapassato la portiera e il sedile dell’auto. Per l’accusa non sarebbe infatti possibile stabilire con certezza che sia stato proprio il 31enne a esplodere il colpo di carabina da un promontorio a 400 metri di distanza. A portare il pubblico ministero a chiedere l’assoluzione c’è la consulenza del difensore dell’imputato secondo il quale il foro lasciato dal proiettile è troppo piccolo rispetto al calibro delle tre armi sequestrate al 31enne che era finito nel registro degli indagati insieme al fratello la cui posizione è già stata archiviata. A sparare sarebbe stata quindi un’altra arma, mai però individuata. Al pm il 31enne di Corteno Golgi, a distanza di tempo, aveva spiegato di possedere anche un altro fucile, ma di averlo poi distrutto perché non registrato. Impossibile quindi poter comparare il calibro con quello del proiettile che aveva gravemente ferito il 75enne camuno. «Sono amareggiato e incredulo - commenta con un filo di voce Giacomo Gazzoli-. Quando il legale me lo ha comunicato, glielo ho fatto ripetere: pensavo di non aver capito bene. È incredibile che dopo così tanto tempo, un impiego di risorse economiche e umane, ricordo che da Roma è arrivata perfino una squadra di specialisti della scientifica, lo stesso pm abbia chiesto l'assoluzione. Se uno leggesse le 108 pagine del fascicolo, ricco di dati, analisi e intercettazioni, farebbe come me fatica a comprendere una simile richiesta. Tuttavia confido che decida diversamente». Il gup ha aggiornato l’udienza al 20 giugno quando discuterà la difesa dell'imputato e quindi sarà emessa la sentenza.•.

Suggerimenti