Organici e ospedali, l’allarme dei sindacati

L’ospedale di Esine:  sono cinquanta gli addetti in meno secondo il rapporto presentato dai sindacati
L’ospedale di Esine: sono cinquanta gli addetti in meno secondo il rapporto presentato dai sindacati
L’ospedale di Esine:  sono cinquanta gli addetti in meno secondo il rapporto presentato dai sindacati
L’ospedale di Esine: sono cinquanta gli addetti in meno secondo il rapporto presentato dai sindacati

Luciano Ranzanici Organici carenti e ospedali in apnea. A lanciare l’allarme sul precario stato di salute della sanità in Valcamonica sono i sindacati - Cgil, Cisl e Uil Funzione Pubblica - i cui rappresentanti ieri mattina a Esine hanno acceso i riflettori su un problema definito ormai cronico. Almeno cinquanta, secondo i sindacati, gli addetti che mancano all’appello tra infermieri, tecnici sanitari e operatori sociosanitari. UNA SITUAZIONE di crescente difficoltà, che, una volta riconosciuti gli sforzi e l’impengo profuso dal direttore generale dell’Asst Valle Camonica Raffaello Stradoni «per cercare di risolvere o di alleviare i problemi», non può non destare profonda preoccupazione. A fronte di questa stato, accentuatosi dopo il varo della riforma sanitaria e l’istituzione dell’Asst Valle Camonica, ci sono i disagi che devono affrontare gli operatori, che «continuano con impegno professionale e sacrificio a garantire i servizi»: l’accumulo di ferie e di straordinari, la rinuncia ai riposi, i richiami in servizio e l’ampliamento delle ore di presenza, con carichi di lavoro al limite e oltre, divengono spesso normalità per i dipendenti. I rappresentanti sindacali riferiscono anche di aver incontrato Stradoni, il quale ha spiegato che «per soddisfare i bisogni del territorio è necessario disporre di almeno 1 milione di euro in più rispetto all’attuale spesa per il personale». Ma il grido d’allarme è rivolto non soltanto all’Asst: Angelo Zanelli, Gabriele Calzaferri, Francesco Diomaiuta, Giorgio Cotti Cometti e Roberto Sanzogni si sono rivolti anche alle istituzioni locali, comuni compresi, richiamandole «all’impegno per tutelare la realtà sociosanitaria della Valle Camonica e i servizi da garantire ai cittadini, non pensando solo alle liste elettorali. Ormai siamo divenuti in campo sanitario la periferia della periferia di Sondrio». UNA BACCHETTATA, poi, anche alla Regione, perché si faccia carico «delle specificità organizzative che la Asst di Valle Camonica richiede, finanziando adeguatamente i servizi sanitari e sociosanitari del nostro territorio». Nel corso dell’incontro il decano dei sindacalisti bresciani Angelo Zanelli ha annunciato che ai lavoratori è stato chiesto lo stato di mobilitazione. Gabriele Calzaferri ha voluto poi riportare alla mente che «in un territorio dove non esiste fortunatamente un concorrente privato, i cittadini si aspettano risposte. Ricordiamoci che i parametri sanitari della montagna non possono essere paragonati a quelli delle città». Infine Francesco Diomaiuta ha definito la riforma sanitaria regionale un autentico fallimento, mentre Roberto Sanzogni ha chiuso l’incontro con queste parole: «Siamo stati l’unica Asl in Regione che dopo la riforma è stata smantellata, con 90 nostri tecnici che sono stati fatti traslocare all’Ats Montagna di Sondrio». La palla ora passa alle istituzioni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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