Ritorna alla luce la Malegno delle origini

di Claudia Venturelli
Malegno Gli scavi archeologici in corso nel centro Ales DomenighiniUn’altra immagine delle indagini stratigrafiche in corso
Malegno Gli scavi archeologici in corso nel centro Ales DomenighiniUn’altra immagine delle indagini stratigrafiche in corso
Malegno Gli scavi archeologici in corso nel centro Ales DomenighiniUn’altra immagine delle indagini stratigrafiche in corso
Malegno Gli scavi archeologici in corso nel centro Ales DomenighiniUn’altra immagine delle indagini stratigrafiche in corso

Qui sorgerà il centro Ales Domenighini del futuro, ma questo stesso luogo continuerà anche a raccontare il passato di Malegno e della media valle attraverso quello che è stato ed è stato ritrovato durante la ristrutturazione. In via Vertua, infatti, i lavori che consegneranno al paese una struttura dedicata all’educazione dei minori sono fermi. Ma la ragione è molto interessante «perché gli scavi ci racconteranno uno spaccato storico del nostro paese - spiega il sindaco Paolo Erba -. E se ora dobbiamo pazientare un po’, perché fino alla fine di luglio non potremo iniziare quelli che abbiamo in programma, le indagini sono vitali per un dato storico». I lavori di ristrutturazione dell’ex convento acquisto dal Comune nel 2014 hanno messo in luce interessanti evidenze archeologiche, «come era prevedibile - aggiunge Serena Solano della Sovrintendenza per le province di Brescia e Bergamo -. Per questo abbiamo chiesto accertamenti preventivi: siamo poco lontano da Cividate Camuno, nel centro storico di Malegno. Sembra quasi uno scavo urbano, sembra di essere quasi in una città proprio per la complessità archeologica e la stratigrafia molto articolata». Lo studio incaricato dal Comune sta lavorando dal 9 maggio e anche se è presto per fare datazioni precise «possiamo dire che si parte da una fase protostorica, ci sono materiali che probabilmente sono dell’età del Ferro, poi c’è una potenziale fase romana perché ci sono strutture, piani d’uso, materiali e anche monete che ci dicono che sicuramente qui a un certo punto c’era un edificio romano che ci piace pensare possa essere stato importante; magari pubblico, dato che era affacciato lungo la via che da Cividate andava verso l’alta valle e l’altopiano di Ossimo e Borno. E poi c’è una fase medievale». Non è solo un cantiere, è un viaggio nel tempo. «Il contesto archeologico è molto più articolato rispetto a quello che la ricerca storica aveva indicato - aggiunge Fausto Simonotti, titolare dello studio incaricato delle indagini -. Abbiamo visto che ci sono diverse fasi di rifacimento e di frequentazione, per questo stiamo operando in ogni singolo ambiente rispettando una sequenza cronologica». L’edificio, dal 1860 patrimonio della famiglia Vertua che ne fece un convento per le Canossiane, è stato anche una canonica. «Siamo vicini alla chiesa di Sant’Andrea che ha una fondazione romanica - ha aggiunto Solano -, e qui sono state trovate anche evidenze cimiteriali». Servirà tempo per catalogare e ricostruire, e probabilmente nel centro si comunità ristrutturato ne resterà traccia. Fino a fine luglio si procederà con gli scavi, poi il cantiere tornerà nelle disponibilità del Comune, che spera di «poter completare l’opera per l’estate del 2024».•.

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