San Fermo, adesso il cielo è più accogliente

di Claudia Venturelli
La nuova sala da pranzo del rifugio San Fermo
La nuova sala da pranzo del rifugio San Fermo
La nuova sala da pranzo del rifugio San Fermo
La nuova sala da pranzo del rifugio San Fermo

Le ultime complesse stagioni gestionali sono solo un lontano ricordo, così come le polemiche che nei due difficili anni segnati dai lavori di ampliamento ad alta quota non hanno fatto che irrigidire una situazione già complicata. L’ala che profuma di nuovo accompagna invece un’estate che offre maggiore comfort ai tanti frequentatori e uno spazio più accogliente anche a chi lavora. Il rifugio San Fermo di Borno è all’«estate zero»; all’inizio di una nuova vita. La costruzione realizzata ex novo, che si distingue chiaramente dal rifugio storico per volere della Sovrintendenza, consente ovviamente di ospitare a pranzo un maggior numero di persone, mentre le camere al piano di sopra segnano la rottura con il passato. Non per dimenticare: semplicemente, questa struttura di accoglienza datata «chiedeva» da tempo un intervento di riqualificazione, arrivato con il passaggio di gestione dal Comune alla sezione locale del Cai e con soldi freschi stanziati dal municipio, dal Club alpino centrale e in parte anche donati da un privato cittadino amante di Borno e delle sue montagne. «Finalmente, è il caso di dirlo - dice sorridente Marina Gheza, uno dei due gestori - ce l’abbiamo fatta. Il cantiere è un ricordo, adesso guardiamo il rifugio nuovo e possiamo lavorare serenamente. Nuova sala da pranzo, nuovo angolo bar, nuova cucina e camere con bagno al piano: la nostra accoglienza è decisamente migliorata». Terrazza panoramica a sbalzo sulla Val di Scalve, sull’Altopiano del Sole e sulla Valgrigna, il rifugio San Fermo è tradizionalmente un punto di passaggio e riferimento per tanti amanti dell’escursionismo e alpinisti. Un luglio ballerino ha tenuto sul filo la gestione al terzo anno, e adesso si sta puntando tutto su agosto: «Abbiamo lavorato, ma il tempo come sempre la fa da padrone, per questo, dopo la pioggia di luglio confidiamo nel mese clou dell’estate». IL FUTURO? Ancora qualche dettaglio da ultimare e un sogno da realizzare: aprire anche in inverno. Mentre la mente è autorizzata a progettare, la stagione entra nel vivo ed è quella della svolta: «Ci piacerebbe organizzare qualcosa in inverno, ma dobbiamo fare i conti con la realtà - chiude il gestore -. La strada che arriva qui è colpita dalle valanghe e non sappiamo se possiamo avere l’acqua durante la stagione fredda. Ci piacerebbe organizzare delle cene, perchè è bellissimo svegliarsi qui con la neve». •

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