il caso

Veleni, scorie all'amianto sotto la superstrada di Artogne

di Domenico Benzoni
Due contenitori rivestiti di plastica e zeppi di lastre contenenti asbesto sono stati lasciati in un sottopasso nella località Biliò
I due contenitori pieni di residui in amianto
I due contenitori pieni di residui in amianto
I due contenitori pieni di residui in amianto
I due contenitori pieni di residui in amianto

I dati sulla frequentazione sottolineano il successo di questo tracciato, e in effetti percorrere la pista ciclabile dell’Oglio, ma anche attraversare a piedi la campagna che la circonda è un passatempo piacevole. Con l’aria frizzante che accompagna ogni passo, le arature pre invernali che fanno seguito alla trinciatura del granoturco e alla raccolta delle patate. Tutto bene, o quasi. Perché se a un certo punto si devia dal solito tragitto, e si tenta qualche sottopasso della superstrada un po’ fuori mano, arrivano le sorprese. Pessime. Come quella incontrata percorrendo un tracciato agricolo nella località Biliò di Artogne.

Veleni camuffati

Proprio all’interno di un sottopasso della 42 sono apparsi due improvvisati contenitori di vecchie lastre edili contenenti amianto, più di un metro cubo di volume ciascuno. Chi li ha lasciati li ha anche avvolti, o forse sarebbe meglio dire che ha cercato di nasconderne il contenuto, con uno strato di plastica che però alla base ne lascia fuoriuscire il contenuto. Il tutto è stato poi circondato da un nastro bianco e rosso. Una preoccupazione per la salute degli eventuali passanti che potrebbero inalare le fibre cancerogene di asbesto? La semplice intenzione di rendere meno visibile il contenuto ma mettendo in allerta i conducenti di mezzi agricoli di passaggio che potrebbero andare a finirci contro? Toccherà ai carabinieri forestali andare alla ricerca dei responsabili del reato, ma se non sarà scoperto sarà il Comune a doversi accollare la spesa per lo smaltimento. Non è la prima volta che un sottopasso della superstrada viene utilizzato come luogo per lo smaltimento illegale di rifiuti. Lo scorso marzo, per esempio, in un altro tunnel lungo la comunale dell’Oglio, a poca distanza dall’ultimo ritrovamento, erano stati scaricati residui di lavorazioni edili. Il colpevole era stato scoperto e il sindaco di Gianico aveva firmato un’ordinanza di rimozione e bonifica del sito inquinato che è stata realizzata. Ora un altro caso. Occhio non vede cuore non duole, deve e aver pensato chi si è liberato della copertura in cemento-amianto. Ma gli occhi di chi percorre la ciclabile e le traversei sono attenti, soprattutto adesso che il mais non fa da schermo.

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