Il caso

Bagolino senza medici di base, non basta il valzer dei sostituti

di Mila Rovatti
Oltre al dottor Nicolini, molto apprezzato in paese, ci sono stati altri incarichi a tempo. Il sindaco va in «pressing» sull'Asst

Da mesi manca un medico di base e circa 1800 cittadini di Bagolino sono affidati a sostituti difficili da contattare: se la carenza di dottori sta diventando un’emergenza nazionale, qui è già un incubo da almeno un paio d’anni, quando il dottor Samiee Shahrokh, 67enne di origini iraniane, medico di base conosciuto e stimato da tutti in servizio nella frazione di Ponte Caffaro, perse la vita in un tragico incidente. A questo è seguito il pensionamento di due medici di famiglia che operavano soprattutto su Bagolino, e così è cominciato il caos. A sostituire i tre medici è arrivato il dottor Gabriele Nicolini che però, come previsto dalla Regione Lombardia, non può avere più di 2 mila assistiti. A conti fatti circa 1.800 cittadini non hanno garantito il diritto a un medico di medicina generale.

A dire il vero l’Asst del Garda (dalla quale da gennaio diprende la gestione dei medici di base) ci ha provato a piazzare qualcuno a Bagolino, ma i bandi, almeno 4, sono andati deserti e allora sono partite le nomine dei sostituti. Per qualche mese è toccato al dottor Ebrahim Kasrapour, di origini pachistane, con riferiti problemi di rapporti con i pazienti, ora è la volta del dottor Kastriot Guri, di origini albanesi, che però avrebbe a sua volta qualche difficoltà a interfacciarsi con i pazienti del paese, fra cui la poca praticità automobilistica a salire la Provinciale 669 e comunicazioni problematiche via whatsapp, con conseguenti lamentele e anche polemiche sui social.

Certo è che Bagolino per la sua dislocazione geografica non è zona tra le più appetibili per i professionisti che non hanno un qualche legame con questo territorio. La distanza dalla città e dal resto della valle è penalizzante, e per raggiungere il primo presidio ospedaliero ci sono circa 48 chilometri. Brutto segno però che un Comune non piccolissimo di quasi 4 mila abitanti, nonostante gli sforzi, non riesca ad avere garantito un servizio fondamentale. Negli ultimi giorni si sono susseguiti incontri fra gli amministratori comunali e i dirigenti di Asst, nella speranza di sbloccare la questione.

Lo stesso sindaco, Gianzeno to,Marca, contatta personalmente possibili candidati, ma ogni tentativo al momento è caduto nel vuoto. Il dottor Guri dovrebbe rimanere fino ad aprile, e poi? «Bella domanda – risponde il sindaco-: martedì scorso abbiamo incontrato il dottor Giancarlo Iannello, direttore sociosanitario di Asst Garda, la dottoressa Cristina Meazzi e altri responsabili del servizio, abbiamo proposto di incentivare una possibile candidatura, di stabilire dei parametri o per altitudine del territorio o per distanza dall’ospedale, insomma un criterio che preveda un incentivo economico per chi accetta di esercitare la professione in zone che possono essere scomode, ma che possono regalare grandi soddisfazioni a livello umano. Speriamo - conclude - che la nostra proposta venga accolta e che qualcuno si candidi al prossimo bando, perché così non si può andare avanti».

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