Valsabbia

Bracconaggio a Vallio Terme e Agnosine: beccati un recidivo e un capannista sulle reti

di Paolo Baldi
Nella Conca d’Oro i carabinieri forestali della stazione di Vobarno hanno sorpreso di nuovo un uccellatore «storico»

Giusto a cavallo dell’ultimo giorno della stagione di caccia, il 31 gennaio, il mondo venatorio bresciano ha offerto, nella stessa giornata, due nuovi esempi dell’illegalità diffusa che lo caratterizza. Entrambi in Valsabbia.

Il "recidivo" di Agnosine

Il primo è più clamoroso è stato portato alla luce da un’operazione dei carabinieri forestali della stazione di Vobarno che si sono messi sulle tracce di un notissimo ex capannista, diventato tale per via della sospensione della licenza di caccia a causa della lunga serie di denunce per uccellagione accumulate nella sua carriera. Residente ad Agnosine, il bracconiere è stato bloccato dai militari al termine di due lunghi appostamenti sul suo sistema di reti piazzate nei dintorni del paese: ne aveva collocate sei in altrettanti punti, e prima che il proprietario arrivasse e si facesse prendere per l’ennesima volta avevano catturato e ucciso (per l’inedia e il freddo) quattro peppole e un fringuello, mentre una quinta peppola è stata salvata.

Un doppio sequestro

Bloccato il trappolatore, poi denunciato per il reato di furto venatorio, è toccato al controllo nella sua residenza, e qui, in uno scantinato buio e freddo, i carabinieri forestali di Vobarno hanno trovato alcuni uccelli vivi catturati da poco, ancora privi degli anellini di riconoscimento, facilissimi da reperire, che probabilmente sarebbero stati collocati sulle zampe degli animali per «legalizzarne» l’origine prima della vendita in nero: nove esemplari tra tordi bottacci e merli, con l’aggiunta di un cardellino, sono stati sequestrati e trasferiti nel Centro recupero animali selvatici di Valpredina (Bergamo).

A Vallio Terme

Come detto, nella stessa giornata del 31 è andata in porto un’altra operazione antibracconaggio. Protagonisti stavolta i carabinieri forestali della stazione di Gavardo, i quali hanno atteso per alcune ore in appostamento l’arrivo di un capannista che aveva creato un roccolo nella località Vigle di Vallio. Oltre a qualche stormo di fringillidi rimasti probabilmente sul territorio per tutto questo inverno fin troppo caldo, nella zona volavano piccoli gruppi di cesene, e con la rete lunga decine di metri piazzata a breve distanza dal suo capanno, il cacciatore puntava a entrambi gli obiettivi.

Perché nel centro del roccolo aveva sistemato sia una gabbia contenente tre fringuelli e due peppole come richiami, sia una discreta quantità di mele per attirare i turdidi. Un tentativo andato a monte con l’arrivo dei militari, il sequestro del materiale, la liberazione dei richiami e la denuncia per uccellagione.

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