L'IDEA

Brillante e a impatto zero: il Natale a San Faustino di Bione

di Massimo Pasinetti
Giuseppe Zanoni ha realizzato un albero speciale riciclando neon e pezzi di alluminio
L'albero  a impatto zero
L'albero a impatto zero
L'albero  a impatto zero
L'albero a impatto zero

È un inno alla creatività ma anche all’economia circolare e alla riduzione degli sprechi l’originalissimo albero di Natale che campeggia in questi giorni a Bione San Faustino. Niente di meglio, potremmo dire, in queste feste di fine anno segnate da una preoccupante, nuova manifestazione del pesantissimo cambiamento climatico in atto. L’opera porta la firma di Giuseppe Zanoni, e al posto di luminarie e palle colorate nuove di fabbrica brilla grazie a vecchie lampade al neon scartate dagli uffici e con pezzi di alluminio di recupero raccolti qua e là. L’autore? Zanoni, che oggi si gode la pensione, è stato prima muratore e poi impresario edile. Ma nel 1978 ebbe una intuizione che, con l’aiuto della moglie Silvia, cambiò la vita a lui e all’intera famiglia. Fu quella di creare il ristorante pizzeria «Rock» (un nome mutuato dal suo soprannome, Roc, con l’aggiunta di una esotica k), a San Faustino di Bione, appunto, che poi si è moltiplicato con la nascita di nuovi esercizi, e anche di gelaterie, in Valsabbia: ai Tormini di Roè Volciano ma anche a Vestone, a Mondalino di Sabbio Chiese e, ultimo nato, sul Garda, a Salò, tutti oggi sotto la guida dei 4 figli Liliana, Patrick, Laura e Gianluca.

Tradizioni rinnovate

Ma torniamo all’albero a impatto zero (o quasi). Sei anni fa il suo inventore decise di realizzare nel grande piazzale parcheggio del ristorante un allestimento natalizio particolare al quale, attraverso un’armatura in ferro, agganciare circa 400 bottiglie vuote di vini pregiati. Riflettendosi nel vetro dei contenitori, le luminarie posate generavano di continuo una tempesta di luci. L’effetto piacque talmente che l’anno dopo lo spettacolo di vetro fu riallestito, e quello dopo pure. La tradizione è andata avanti fino al 2022. Quest’anno però, stimolato dai figli e in particolare da Gianluca, il più giovane, l’ex ristoratore creativo si è convinto a sperimentare e utilizzare qualcosa di nuovo. Così, tanto per cambiare. Come detto ha dato nuova vita a una serie di luci al neon scartate dagli uffici e a materiali di recupero come scarti di alluminio ritagliati nelle forme più diverse, ma tutti con la caratteristica di amplificare l’illuminazione.

Un’opera complessa

La realizzazione non è stata facile e neppure immediata: sono state fatte diverse prove sul campo (o meglio sull’albero), fino al raggiungimento del risultato voluto. Una volta soddisfatto dell’effetto raggiunto, l’allestitore ha finito di preparare il suo spettacolo alto quasi 6 metri. «Mi sono reso conto subito del fatto che la realizzazione di questa idea fosse impegnativa, e per questo - spiega Giuseppe, per tutto Roc - stavolta mi sono fatto dare una mano da Gigi, amico e consuocero, anche lui pensionato, e decisamente volonteroso». Un lavoro duro, impegnativo, in qualche caso anche un po’ pericoloso. Ma la costanza, l’esperienza e l’attenzione dei due protagonisti ha portato a un risultato che soddisfa tutti e che piace. Come testimoniato anche dai numerosi «like» ricevuti attraverso i social.

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