la tragedia

Preseglie, lacrime e interrogativi sulla morte di Francesco Nico Parisi: venerdì i funerali

di Massimo Pasinetti
Difficile capire cosa sia realmente successo seppur ci siano i testimoni e tra loro anche Bianca, la fidanzata di Nico, che lo stava seguendo a poca distanza. L’ultimo saluto avverrà venerdì 27 ottobre, alle ore 15.
Francesco Nico Parisi è caduto con la sua moto a Barghe ed è morto al Civile
Francesco Nico Parisi è caduto con la sua moto a Barghe ed è morto al Civile
Francesco Nico Parisi è caduto con la sua moto a Barghe ed è morto al Civile
Francesco Nico Parisi è caduto con la sua moto a Barghe ed è morto al Civile

Il racconto della fidanzata della vittima che ha assistito in diretta alla tragedia potrà fare chiarezza sul terribile incidente in moto costato la vita a Francesco Nico Parisi, deceduto martedì scorso a soli ventidue anni dopo una breve agonia in ospedale. In tutta Preseglie ma anche nell’intera Valsabbia, ed in particolare nella piccola comunità del borgo di Macenago, dopo l’incredulità per quanto accaduto ora c’è solo lo spazio per il pianto e per la generale disperazione mentre si attendono i funerali, previsti per le 15 di venerdì 27 ottobre, nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo di località Piazza. Francesco Nico Parisi aveva compiuto ventidue anni ad inizio ottobre. Fatale la caduta improvvisa mentre era alla guida della sua Ktm Motard, avvenuta lunedì pomeriggio all’uscita della galleria «Barghe 2» in località «Ponte Re», mentre viaggiava verso Vestone.

Le indagini


Difficile capire cosa sia realmente successo seppur ci siano i testimoni e tra loro anche Bianca, la fidanzata di Nico, che lo stava seguendo a poca distanza alla guida della sua auto. Bianca che da due anni circa viveva con Nico in casa Parisi. Tutto è stato così improvviso e maledettamente irreversibile. Sta di fatto che il giovane ha perso il controllo del mezzo ed ha sbattuto con violenza contro il guard-rail posto alla sua destra: un urto cosi violento con il povero Nico che ha perso addirittura il casco.

Subito le sue condizioni sono apparse gravissime ma l’intervento dei sanitari, arrivati in elicottero dal Civile, avevano permesso al ragazzo di riprendere i parametri vitali. Non è servito a nulla: circa ventiquattro ore dopo, martedì pomeriggio, il suo cuore ha finito di battere. La giornata di ieri è stata dedicata alle pratiche burocratiche, a preparare la camera ardente posta in casa Parisi, al piano terra. A ricevere le tante persone che hanno voluto raggiungere i familiari per dar loro conforto a parole, con un abbraccio o con un silenzio che vale più di mille parole.

Il funerale


L’ultimo saluto al povero Nico avverrà venerdì 27 ottobre, alle ore 15. Ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio la ripida salita che da casa Parisi sale fino alla chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Paolo, lontana dall’abitazione del povero Nico non più di un chilometro. Dalla parrocchiale, dopo il rito funebre, il corteo si dirigerà al cimitero presegliese. In testa al gruppo, ad accompagnare il carro funebre fino alla piazza ci saranno i familiari a partire da papà Mimmo, siciliano arrivato in Valsabbia oltre quarant’anni fa. Uomo forte, sconvolto da un dolore indicibile e che nell’immensa tragedia prova a dar forza a chi gli sta accanto: «Ho sempre lavorato intensamente e con dedizione per non far mancare nulla alla mia famiglia ed ai miei figli. Insieme abbiamo superato anche momenti non sempre rosei.

Pensavo di poter essere felice, di vivere serenamente accanto ai mie cari. E adesso? Chi mi vuole così male da procurarmi una ferita così profonda?», ripeteva ieri quasi come un automa il povero Mimmo. Anche Nico, come il padre, è ricordato da tutti come un ragazzo valido, in gamba: grande lavoratore dedito alla famiglia e alla sua attività di operaio a Vobarno. Lavorava nella ditta del papà, assieme al fratello Leonardo di un anno più giovane di lui. Una vita tranquilla serena, felice spazzata via nel pomeriggio di lunedì su quella maledetta strada.

Sono ore e giorni di sofferenza senza fine mentre in casa mamma Giovanna, nella camera ardente allestita, continua a guardare il suo amato figlio. Fuori in cortile Leonardo, l’altro figlio, è circondato da amici ed amiche che cercano in qualche modo di alleviargli l’immenso peso che gli preme sul cuore. Una missione impossibile. Il viso di Leonardo è una maschera di dolore, disperazione. Un lutto familiare, una tragedia di un intero paese.

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