LA PROTESTA

«Lago d’Idro e Chiese sempre saccheggiati: basta sfruttamento»

di Mila Rovatti
Il sindaco Armani: «Noi piccoli ma ci faremo valere, anche in giudizio». Intanto il livello è tornato a salire e l’acqua del fiume è nella sua sede
I partecipanti si sono fatti sentire per la difesa del lago e del Chiese
I partecipanti si sono fatti sentire per la difesa del lago e del Chiese
Immagini della manifestazione "Salviamo il lago e il fiume Chiese"

In trecento per strada alla Pieve di Idro per manifestare il dissenso allo sfruttamento eccessivo delle risorse del lago d’Idro e contro la realizzazione della depurazione gardesana nel Chiese: tra slogan, appelli e cartelli in questa estate caratterizzata dalla grande siccità è andata in scena la protesta di chi anche così intende difendere il proprio territorio.

«Lo sfruttamento delle risorse naturali del lago supera di molto la loro capacità di rigenerarsi e questo non deve più accadere: bisogna trovare il giusto equilibrio»: a Idro dunque non vogliono più vedere il lago scendere sotto la soglia che garantisce il deflusso ecologico nel suo emissario e nessuno fra i presenti è d’accordo che i reflui del Garda finiscano a Gavardo.

È questo in sostanza il messaggio che hanno voluto lanciare i 4 sindaci di Anfo, Bagolino, Bondone e Idro, che ieri con la Federazione delle associazioni hanno chiamato i cittadini a prendere posizione, a chiedere alla politica che mai più si debba assistere al sacrificio di una intero bacino idrografico che negli ultimi 20 giorni ha visto il suo fiume più importante rimanere per una parte in secca, per far fronte alle continue e insistenti richieste del comparto agricolo. 

A sostegno dell’iniziativa presa dai sindaci, firmatari del Protocollo d’Intesa per la tutela e la promozione del lago d’Idro, (cui nei giorni scorsi hanno aderito altri sette Comuni trentini) ieri erano presenti numerosi comitati e associazioni, nati negli ultimi anni lungo tutti i centri abitati che costeggiano l’asta del Chiese; presente anche il consigliere Alex Marini consigliere della Provincia autonoma di Trento: «Se da un lato la politica predica bene cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico, quando si entra nel concreto razzola malissimo sacrificando solo e sempre l’ambiente che viene saccheggiato in maniera indiscriminata». 

La manifestazione ha preso il via alle 18, nella piazza antistante la chiesa di Santa Maria ad undas con l’intervento di Gianluca Bordiga, della Federazione del Chiese: «Il lago non deve diventare anche lo sciacquone del Chiese, cosa che accadrebbe se venisse realizzato il depuratore gardesano a Gavardo, facendo perdere definitivamente la dignità a lago e fiume».

Poi, il sindaco di Idro Aldo Armani che nel mese di luglio per ben due volte ha fatto sentire le sue ragioni alle conferenze di servizi indette da Aipo, per chiedere ancora e sempre più acqua, dopo che già avevano esaurito le scorte concesse dai bacini a monte. Il primo cittadino ha annunciato una dura battaglia, dopo avere ribadito un secco «no» nell’ultima riunione di venerdì scorso: «Anche se siamo piccoli non ci faremo intimorire da niente e da nessuno, perché quelli che facciamo valere sono i nostri diritti, diritti garantiti dalla legge che puntualmente vengono disattesi. Per questo faremo sentire la nostra voce anche in giudizio».

Sostegno all’iniziativa ha espresso anche Michele Foglio del Comune di Bagolino. Ieri dopo i discorsi ufficiali le forze dell’ordine hanno consentito solo a 25 persone di sfilare fino all’incile del fiume Chiese, per timore che ci fossero ripercussioni sul traffico, e solo la testa del corteo ha dunque potuto depositare lo striscione: « Salviamo il lago d’Idro e il suo fiume Chiese». Chi è arrivato fino alle paratie ha potuto constatare che è stato ripristinato il deflusso ecologico, e che finalmente l’acqua è tornata a scorrere nella sua sede. Ma tutti qui sono stanchi di vedere che «non appena il lago riesce a riprendere la sua dignità qualcuno cerchi di portarla nuovamente via». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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