SOLIDARIETA'

Vestone, la lotteria nel nome di Ema offre risorse contro il disagio

di Massimo Pasinetti
I fondi raccolti da Antonio Petrillo con l’offerta di un orologio d’oro hanno dato energie alla Fondazione Pesciolinorosso
Giampietro Ghidini in compagnia di Antonio Petrillo
Giampietro Ghidini in compagnia di Antonio Petrillo
Giampietro Ghidini in compagnia di Antonio Petrillo
Giampietro Ghidini in compagnia di Antonio Petrillo

In queste ore i ricordi dolorosi si accavallano nella vita di Giampietro Ghidini, il gavardese padre di Emanuele, un ragazzo che avrebbe festeggiato il compleanno domani, e che invece è morto nel 2013 a 16 anni per un tuffo inconsapevole nelle acque ghiacciate del Chiese. Ricordi dolorosi affiancati da un aiuto inatteso all’attività che promuove da anni, con la sua Fondazione «Ema Pesciolinorosso», per evitare che altri adolescenti facciano la fine di suo figlio.

L'orologio benefico

Un aiuto che gli è arrivato da Antonio Petrillo, che a Vestone gestisce la gioielleria Compro e vendo oro di piazza Perlasca da 13 anni. «Da alcuni anni realizzo la linea Petrillo clock - spiega l’imprenditore -; orologi in oro che poi dono ai clienti migliori. Ma quest’anno ho pensato anche a una raccolta fondi da devolvere in beneficenza, e così l’orologio “30/23” (ogni anno i pezzi sono numerati, e quindi il 30/23 è stato l’ultimo dell’anno appena trascorso) è stato messo in gioco all’interno di un contest, un concorso al quale, dal primo al 19 dicembre, chiunque poteva partecipare donando quel che voleva. Poi, il 19 dicembre i numeri dei diversi bonifici sono stati sorteggiati, e il pezzo se l’è aggiudicato un ragazzo, mentre quanto raccolto è andato in beneficenza alla Fondazione Ema Pesciolinorosso».

L'orologio donato a Ghidini
L'orologio donato a Ghidini

Progetti per ragazzi e genitori

Questa realtà, dicevamo, è stata creata da Ghidini per realizzare progetti a sostegno di genitori e ragazzi nel ricordo del figlio, morto mentre era sotto l’effetto di sostanze allucinogene. Da allora il padre fa visita alle scuole per raccontare la sua storia, di come l’immersione nel lavoro gli avesse impedito il dialogo con «Ema», che proprio il giorno prima di morire gli aveva chiesto aiuto. Poi la chiamata di un cliente gli aveva fatto mancare l’appuntamento. A causa di questa occasione mancata, da allora si sente in qualche modo corresponsabile della morte del figlio: «Ora che ho perso Ema che me ne faccio dei soldi portati dal tanto tempo dedicato al lavoro invece che a mio figlio? - racconta -. Non buttate via la vostra vita».

«Ema», Emanuele Ghidini
«Ema», Emanuele Ghidini

Tornando a Petrillo, ricorda che «Giampietro ci ha raccontato di come a quel punto, nel 2013, buttò via il proprio orologio, per lui simbolo del tempo non dedicato al figlio. E allora ho pensato, dopo 10 anni, di regalargliene uno col mio marchio. Pensavo al numero 24 (il giorno in cui Ema era annegato) del 2024, ma non c’era più. Allora gli ho donato il 25/24. Suo figlio era nato proprio il 25 gennaio».

Questo accostamento ha così colpito papà Giampietro da convincerlo a rimettersi un segnatempo al polso: per lui sarà per sempre quello di Ema. Di certo, promette Petrillo, «l’orologio d’oro diventerà ogni anno un appuntamento con la solidarietà».

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