Nuvolento

La promessa dei tanti amici. Kante riposerà in Africa

di Alessandro Gatta
Anche le società che lo hanno avuto come calciatore daranno una mano al costoso rimpatrio del giovane ucciso da un incidente
Amara Kante
Amara Kante
Amara Kante
Amara Kante

Il dolore si fonda con la solidarietà in questo dicembre triste per Nuvolento. La seconda è rappresentata dalla raccolta di fondi dedicata alla famiglia di Amara Kante, il giovane camionista e calciatore dilettante che martedì prima dell’alba è morto a soli 25 anni in un tragico incidente stradale a Cinisello Balsamo, lungo l’autostrada A4.

L’iniziativa coinvolge gli amici, i suoi ex compagni di squadra e diverse società sportive, tra cui quelle in cui aveva militato: tra le tante non mancano le adesioni di Roè Volciano e Serle (le sue ultime compagini da atleta, dato che a metà ottobre aveva appeso le scarpette al chiodo per motivi di lavoro), ma anche Benaco Salò, Paitone e Prevalle, team per i quali aveva giocato in passato, e ancora Vobarno, Gavardo e il San Carlo di Rezzato, che devolverà l’intero incasso della gara di domenica con il Roè, durante la quale è previsto anche un minuto di silenzio in sua memoria.

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La raccolta fondi

Inoltre è stata attivata anche una raccolta fondi su Gofundme: l’obiettivo è raggiungere almeno la somma di cinquemila euro, buona parte della cifra importante che serve per l’espatrio della salma. Nato e cresciuto in Costa d’Avorio, è qui che tornerà per il suo riposo, come da volontà dei genitori. Per raggiungere l’obiettivo si sono subito attivati i parenti della giovane moglie di Kante, di un paio d’anni più giovane, con la quale il ragazzo conviveva a Nuvolento. Arrivato in Italia da profugo, dopo una fuga di migliaia di chilometri da guerra e miseria, aveva iniziato la sua carriera calcistica a Prevalle proseguendo poi tra Salò, Paitone, Serle e Roè. La sua prestanza fisica, il suo impegno negli allenamenti e la sua duttilità tattica (era terzino ma anche jolly di centrocampo) facevano di lui un atleta molto apprezzato.

Un sogno spezzato

La sua salma si trova ancora in una camera mortuaria nel Milanese, e non si esclude che prima del ritorno in Africa possa transitare anche dalla Valsabbia, per un ultimo e simbolico saluto da parte di chi gli voleva bene. Lo scomparso si stava costruendo un futuro e una famiglia con la giovane moglie: dopo qualche anno da operaio, da pochi mesi lavorava come camionista per la Autotrasporti Corallino di Prevalle. Intanto, su quanto è accaduto martedì mattina proseguono le indagini della polizia stradale: rimane aperta la pista del colpo di sonno, ma si stanno valutando anche eventuali responsabilità di altri veicoli nell’incidente dalle conseguenze mortali.

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