il caso

Lumezzane, la stagione è chiusa da settimane e lui inventa la caccia primaverile

di Paolo Baldi
I carabinieri forestali della stazione di Concesio denunciano un capannista che sparava alle peppole al passo del Cavallo
Una peppola trasformata in un richiamo vivo illegale
Una peppola trasformata in un richiamo vivo illegale
Una peppola trasformata in un richiamo vivo illegale
Una peppola trasformata in un richiamo vivo illegale

 Aveva una concezione tutta sua delle regole, dei tempi e dei divieti il capannista che pochi giorni fa ha allungato l’infinita serie dei cacciatori bresciani denunciati per illeciti venatori. Tanto personalizzata da essere riuscito a rimediare due denunce in pochi mesi. Nonostante la prima, per sua ammissione compilata nell’autunno scorso dai carabinieri forestali del reparto antibracconaggio Soarda, era ancora in possesso della licenza di caccia, e a settimane dalla chiusura della stagione venatoria stava sparando alle peppole - specie protetta - dal suo capanno al passo del Cavallo, sul territorio di Lumezzane affacciato verso la Valsabbia.

La segnalazione

Questa volta a sorprenderlo, seguendo una segnalazione arrivata dal Cabs (Committee against bird slaughter), sono stati i carabinieri forestali della stazione di Concesio. Durante l’appostamento organizzato nelle vicinanze del capanno i militari lo hanno sentito utilizzare un richiamo elettroacustico, il cui impiego è naturalmente vietato, e poi sparare alcuni colpi, e a quel punto sono usciti dal loro nascondiglio bloccandolo e recuperando sul terreno due peppole appena abbattute.

Successivamente gli agenti hanno controllato tutto il grande terreno parzialmente recintato di proprietà del cacciatore e sul quale insiste l’appostamento fisso, e nel farlo hanno individuato anche una rete di alcuni metri, motivo per cui tra i reati che hanno contestato al capannista c’è anche quello di uccellagione.

Le altre violazioni a carico del lumezzanese riguardano la caccia in periodo di divieto generale (la stagione si era chiusa il 31 gennaio), l’uso di mezzi non consentiti (il richiamo elettroacustico in funzione) e appunto l’abbattimento di specie non cacciabili. Ma anche la detenzione di uccelli protetti vivi, perché controllando la sua proprietà, i carabinieri forestali di Concesio hanno anche scoperto in un deposito sei esemplari di peppola e fringuello che ovviamente sono stati sequestrati.  

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