«Lumezzanesità» in rete: nasce un archivio digitale

di F.Z.
La parola agli anziani ma non solo
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La parola agli anziani ma non solo
La parola agli anziani ma non solo

Un archivio digitale nel quale raccogliere, file dopo file, forme e modi del dialetto di Lumezzane, la lingua più parlata dagli anziani, ma anche aneddoti, racconti e tanto altro legati alla Valgobbia dei tempi andati, alle sue tradizioni, alla cultura popolare e alla vita contadina. Un patrimonio di inestimabile valore, storico e sociale, da trasmettere alle nuove generazioni utilizzando le nuove tecnologie e creando un filo diretto tra passato, presente e futuro. IL PROGETTO. L’idea è della Consulta Culturale di Lumezzane, che sta già fattivamente lavorando a «Ghira na olta: Lumezzane e le sue storie». Protagonista chiunque abbia una storia da raccontare. Come? Da alcune settimane la Consulta, guidata da Linda Garneri ed Elisa Ghidini, ha attivato una casella di posta elettronica, lumezzanestorie@gmail.com, ma ha anche posizionato una serie di contenitori tra la biblioteca Felice Saleri, la casa di riposo Le Rondini, la sala studio dell’associazione culturale «Il Lume della Ragione», il centro sportivo di via X Giornate, l’Acli di San Sebastiano e gli oratori per raccogliere il materiale. Nel testo della mail o del messaggio da inserire nei totem, gli interessati a condividere le proprie esperienze devono raccontare in sintesi un episodio, un particolare aneddoto legato alla «lumezzanesità», non dimenticandosi di lasciare un recapito. Saranno poi i curatori dell’iniziativa a muovere una squadra di giovani tecnici che avranno il compito di riprendere il racconto, montare subito dopo i filmati e rendere disponibile il materiale via web e via social (esiste già una pagina Facebook dell’iniziativa). MEMORIA DIGITALE. Il primo appuntamento ufficiale è fissato per venerdì 15 febbraio, quando verrà inaugurato il canale Youtube «Ghira na olta». L’obiettivo è quello di riuscire a realizzare una decina di mini puntate nell’arco di diversi mesi da diffondere via web per salvare una parte fondamentale della storia della Valgobbia che rischia di essere trascinata via dallo scorrere degli anni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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