Timken, sostegno ai lavoratori

di Irene Panighetti
All’esterno della Timken nei giorni scorsi numerose le manifestazioni di protesta
All’esterno della Timken nei giorni scorsi numerose le manifestazioni di protesta
All’esterno della Timken nei giorni scorsi numerose le manifestazioni di protesta
All’esterno della Timken nei giorni scorsi numerose le manifestazioni di protesta

È inarrestabile la macchina della mobilitazione messa in moto dai sindacati, dalle istituzioni e dall’intero territorio, a sostegno dei 106 lavoratori e lavoratrici della Timken di Villa Carcina, a rischio licenziamento per cessata attività dello stabilimento. Il Consiglio Comunale, ieri, ha presentato una mozione, approvata all'unanimità, in cui promette di impegnarsi «a attivarsi su tutti i tavoli istituzionali, per richiedere l'utilizzo degli strumenti normativi ed economici a disposizione, per impedire la chiusura dello stabilimento, consentire la ripresa del dialogo e il confronto con le parti sociali ed evitare la procedura di licenziamento unilaterale». Perché - recita la mozione - «non è possibile accettare che il potere delle decisioni fondamentali per l’occupazione e l’economia del Paese, venga dato alle multinazionali e alla speculazione finanziaria, la cui logica è il massimo del profitto, e non il bene comune come imperativamente scritto nella nostra costituzione». Una posizione chiara e netta del Consiglio che, dichiara, «sosterrà tutte le iniziative decise dai dipendenti della Timken, per la difesa del posto di lavoro e del tessuto produttivo del territorio». Forte l’intenzione di supportare «la richiesta di un'immediata legge sugli ammortizzatori sociali, che rispetti i valori costituzionali della dignità umana, e l’istanza delle organizzazioni sindacali per far ripartire il tavolo del settore automotive, affrontare la fase di transizione e individuare, con un accordo tra le parti sociali, i ministeri competenti e le aziende, gli investimenti e gli strumenti per la tutela dell’occupazione e dell’industria, per evitare che i cambiamenti ambientali, tecnologici e organizzativi, ricadano sulle lavoratrici e sui lavoratori». A sostenere la causa anche la Comunità Montana della Valle Trompia che, su richiesta del presidente della provincia Samuele Alghisi, ha convocato per giovedì «un tavolo interistituzionale in videoconferenza, per affrontare la drammatica vicenda», invitati il direttore del sito bresciano, Francesco Contolini, i rappresentanti della Fiom di Brescia e della Lombardia e le più alte cariche dei Comuni valtrumplini, a partire dal sindaco di Villa Carcina Moris Cadei e dal suo vice Gianmaria Giraudini, i primi cittadini di Concesio, Lumezzane, Sarezzo e Pezzaze. Vicinanza fisica e spirituale anche dalla comunità ecclesiale del paese e della Chiesa bresciana, ribadita in una lettera inviata ai lavoratori e alle lavoratrici del sito condividendo «la grande preoccupazione e l’incertezza per il futuro, così come lo sconcerto per il modo, non rispettoso della dignità personale, con cui è stata appresa la decisione».•.

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