La Rocca Oldofredi «palcoscenico» dei ricordi

La Rocca Oldofredi
La Rocca Oldofredi
La Rocca Oldofredi
La Rocca Oldofredi

Si sono divertiti e commossi parecchio i montisolani che l’altra sera, alla rocca Oldofredi, si sono riconosciuti, come in uno specchio, nelle storie e nei personaggi interpretati in anteprima per loro da attori professionisti.

I visitatori che, dopo aver camminato sui pontili galleggianti di Christo, si addentreranno in Montisola potranno, «inciampando» in queste storie e in questi personaggi, conoscere qualcosa di più di una realtà che per cultura, tradizioni e lavoro è davvero un mondo a sé, ma che di sé vuol parlare al mondo intero. Insomma, non c’è solo «The Floating Piers», a Montisola, da godere e portarsi via nel cuore. C’è la storia di Massimo Mazzucchelli che ha la passione per il calcio e arriva a giocare col Brescia in serie B, ma poi si rompe il tendine d’Achille e allora, coi soldi messi da parte, apre sull’isola un negozio con la moglie.

E c’è la storia della «mitica» Pifferi, una donnina perennemente vestita di nero, dall’età indefinibile, sempre allegra e disponibile, che entrava in tutte le case e si era inventata un mestiere tutto suo: in cambio di pochi spiccioli o di una gallina, sbrigava le pratiche per le pensioni, faceva la spola con la farmacia di Iseo, acquistava articoli introvabili sull’isola, mai dimenticando i fiori di campo per il compleanno di ciascuno dei suoi clienti: solo quando se ne è andata, tutti hanno accusato il vuoto da lei lasciato. A cavallo tra il ’44 e il ’45, «piccola storia» e «Grande Storia» si incontrano all’albergo Vittoria, di Sensole, dove bazzica il bimbo Marco e dove vanno a lezione di inglese dalla signora Stella Dunn, moglie del gestore Achille Petrocchi, i figli del comandante della X Mas, Junio Valerio Borghese, al sicuro sull’isoletta di San Paolo; il destino sarà crudele con Marco perché nel mitragliamento del battello avvenuto il 5 novembre 1944 resterà ucciso suo padre. Simpatica la storia del meccanico talmente legato al retificio in cui lavora che, pur essendo un dipendente, sente la fabbrica come sua e battezza ciascuna delle macchine affidategli con un nome tratto dall’«Ave Maria», sino all’ultima, che si chiama «Amen».

ALTRI monologhi o dialoghi- 16 in tutto- descrivono le tribolazioni di pescatori e barcaioli in giro per il lago anche di notte o fan rivivere il cicaleccio delle donne di Carzano mentre confezionano fiori di carta per la Festa della Santa Croce. Un ultimo «quadro» racconta le vicende di Teresina, che appena passata la guerra sogna di sposare un bel ragazzo conosciuto a Brescia e convolare a nozze camminando sull’acqua. In ogni racconto, in effetti, c’è sempre un rimando all’opera d’arte che da oggi connetterà l’isola alla terraferma per due settimane. «Around The Floating Piers» è infatti il titolo di questo progetto a mezzo tra la ricerca antropologica e il teatro. A coordinarlo, Francesca Bertoglio. Racconti e aneddoti sono stati raccolti sul campo tramite lo strumento dell’intervista e poi sceneggiati dai drammaturghi Marco Archetti, Cati Cristini, Alessandro Mor, Alessandro Quattro, Antonio Palazzo, Silvia Quarantini e Anna Teotti. Da oggi a venerdì 24 giugno la terrazza della rocca Oldofredi sarà accessibile e palcoscenico del progetto. G.Z.

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